Tondo Doni. Sacra Famiglia con San Giovanni Battista bambino
dipinto,
ca 1504 - ca 1506
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
1475/ 1564
Personaggi: Gesù Bambino; Madonna; San Giuseppe; San Giovannino. Figure: uomini ignudi. Abbigliamento: all'antica. Architetture: muretto. Paesaggi: colline; costoni rocciosi. Oggetti: libro; benda. Vegetali: erbe; albero
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Diametro: 120 cm
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ATTRIBUZIONI
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, già citata dalle fonti (Anonimo Magliabechiano, 1537-42, A.F. Doni, Vasari), secondo il Poggi (1907) fu eseguita in occasione delle nozze Agnolo Doni-Maddalena Strozzi. Lo stesso studioso scoprì lo stemma Strozzi con le mezzelune tra i fastosi intagli della cornice. Il Bocchi (1591) lo ricorda ancora in casa Doni di via S. Niccolò. Il tradizionale tema della Sacra Famiglia viene interpretato dall'autore in modo anticonvenzionale ed ermetico, oltre che per il generale impianto compositivo, per la presenza dei "nudi", che ha comunque un suo precedente iconografico nella "Sacra famiglia" del Signorelli, conservata agli Uffizi, dove compaiono quattro giovani atleti derivati dalla classicità. La particolare resa del tema fu interpretata in chiave pietistica fino al Seicento, quindi in chiave naturalistico-familiare (Giuseppe passa il Bambino a Maria che ha terminato la sua lettura), tesi accolta da alcuni critici moderni (cfr, de Tolnay, 1943, 1960). Altri ci hanno scorto intenti allegorici: la Madonna come il simbolo della Chiesa, i nudi come figure profetiche, i nudi come "atleti della virtù" secondo il concetto neoplatonico della nudità atletica come lotta alla vita non attiva, o anche i nudi come "fauni di un'orgia dionisiaca" simboli della paganità contrapposti ai personaggi in primo piano che compendiano il Cristianesimo: o anche le varie età dell'uomo, gli ignudi come efebi pagani, in contrasto con le figure in primo piano. O ancora una allusione ai proprietari originari dell'opera poiché Maria starebbe chiedendo a Giuseppe che le "doni" il figlio, i nudi come richiamo alla vita primordiale, infine i nudi identificati come simbolo dell'umanità 'ante legem', Maria e Giuseppe dell'umanità 'sub lege' , Gesù dell'umanità 'sub Gratia'. Unico dipinto su tavola certo di Michelangelo giunto a noi, per molti critici si colloca dopo il Tondo Pitti del Museo Nazionale del Bargello di Firenze e il Tondo Taddei della Royal Academy di Londra, entrambi in marmo; per la sconvolgente articolazione dello spazio prospettico, più ancora che per il tortile andamento serpentinato della figura di Maria, l'opera è veramente da considerarsi un punto di partenza del Manierismo: come ha fatto notare il Ragghianti nella sua opera cinematografica su Michelangelo (1964), la struttura del dipinto rileva che "l'esedra ove risiedono gli ignudi del fondo giace su una superficie prospettica diversa e con un punto di fuga ribassato rispetto al piano di posa delle figure principali e il muricciolo sotto Giuseppe, che ha il compito di celare il divario. Che l'artificio venisse suggerito dal posto destinato alla tavola appare molto probabile, e il rigore con cui notoriamente si collocavano le opere artistiche nelle dimore fiorentine rafforza l'eventualità" (Camesasca 1966). Del dipinto esistono numerose copie e incisioni: al Fogg Art Museum, Cambridge, USA, si trova una copia di formato rettangolare di un anonimo fiammingo, a Firenze in collezione privata una copia di Francesco Bachiacca e al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi sono conservate delle incisioni del XIX secolo (n. 10024)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287181
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 1456
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0