Processione funebre

capitello, 1150 - 1199

Capitello

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il capitello giunse in Camposanto prima del 1815 (Inventario 1815) e fu esposto nella galleria Nord, tra gli affreschi della "Cosmogonia" e dell'"Ebbrezza di Noè", adagiandolo sopra l'architrave di S. Silvestro [09/00235594] (ROSINI 1816a). Il pezzo, sul quale posava una testa romana (sono ancora visibili le grappe d'appoggio), era preceduto da un frammento d'urna e seguito da un altro capitello medievale [09/00235604]. Nella risistemazione dei pezzi sopra l'architrave, avvenuta tra 1816 e '29, fu l'unico a restare; posto di spigolo, leggermente incavato nel muro, assunse posizione centrale tra una presunta ara pagana [09/00235621], due protomi-imposte d'arco [09/00235602] e un capitello con leoni [09/00235615]. Rimase in questa posizione fino al 1935, quando fu esposto nella Sala del Candelabro del Museo dell'Opera (CARLI 1935a), dove era ancora negli anni '60 (FELICI 1963). Nel 1986 è stato trasferito nel Museo di S. Matteo. La scultura entrò in Camposanto come dono di Carlo Lasinio, che non ne riportò, negli inventari, la provenienza originaria; l'opera venne quindi illustrata, come l'analogo capitello [09/00235604], in LASINIO 1814-25 con uno sviluppo del capitello raffigurante "una processione di qualche Santo o illustre defunto che si porti a seppellire". L'opera si presenta in mediocri condizioni di conservazione, con l'abaco tutto scheggiato (ma la base conservata), molti danni e cadute alle figure, sia a quelle più aggettanti sugli spigoli (una per gran parte perduta) che a quelle sui lati (alcune senza testa, molte senza braccia). Sul fusto del capitello, dal profilo rastremato, si succedono tredici uomini a tutta figura, alti dall'abaco alla base; per ogni faccia vediamo una coppia di personaggi messi di profilo (in un lato ce ne sono tre) mentre le altre quattro figure, stanno agli spigoli del capitello; tutti insieme, in posizioni e con proporzioni diverse (quelli sugli spigoli sono più grandi degli altri), fanno parte della medesima rappresentazione: una processione funebre. Partiamo, per la descrizione del corteo, dal lato dove si vede il defunto, nudo o, più probabilmente, coperto da un velo, con le mani giunte e la testa sopra un cuscino, che, disteso, viene trasportato sopra un letto, appoggiato sulle spalle di due uomini; entrambi reggono con una mano un bastone e con l'altro braccio, piegato, sorreggono il letto; essi stanno camminando, come mostrano i piedi, e indossano, come tutti gli altri personaggi del capitello, una lunga veste striata con un cinturino in vita, che si differenzia dagli altri nella fascia-mantello che cade obliqua, dalla spalla all'anca; si noti che l'uomo in seconda posizione regge il feretro con il braccio destro (il cui gomito è caduto perché a tutto tondo): un modo per indicare che si trova dietro la bara. Seguono il gruppo con il defunto quattro persone, in posizione ravvicinata: la prima, da sinistra, è l'uomo sullo spigolo, con una grande testa conclusa dalla lunga barba appuntita (a striature concentriche), che si strappa con la destra, mentre tiene l'altra presso il bordo del mantello; si noti che la figura è accasciata, con le ginocchia piegate, mentre il personaggio a sinistra, che indossa un mantello pieghettato, cerca di sollevarlo per il braccio; questo a sua volta è preso per il braccio dall'uomo che lo segue, con il corpo e la testa perduta messi frontalmente; in una specie di catena umana, il personaggio che lo segue, anch'esso con il mantello, gli tiene il braccio sinistro sulla spalla e con il destro gli regge il braccio. La successiva figura, sullo spigolo non si comprende se stia in piedi o inginocchiata; indossa una larga veste, a mezze maniche come gli altri, e tiene fra le mani un libro aperto sulle cui pagine sono segnate le righe della scrittura; ha la testa con grandi occhi e la corta barba con riccioli. Sul successivo lato troviamo due personaggi con i corpi messi quasi di fronte; quello avanti regge un turibolo e si dirige verso la figura che lo segue, mentre tiene la testa frontalmente; il secondo incede nella stessa direzione degli altri, portando davanti a sè, nelle mani alzate, il cero rituale (questo indossa un liscio mantello). Segue, nella processione, sull'angolo, un personaggio, dal volto imberbe e tondeggiante; in piedi, tiene un rotolo spiegato (anche con le righe) e si caratterizza come ecclesiastico per il copricapo dal frontino triangolare. Sull'ultimo lato, vediamo altri due officianti (il secondo con il mantello liscio; entrambi, come alcune delle figure che li precedono, presentano l'orlo inferiore della veste decorato con fori di trapano, a mo' di sfrangiatura), con la testa di tre quarti; tengono le braccia alzate, il primo a sollevare un cero, il secondo una croce astile. Chiude (o apre la processione), l'ultimo personaggio sullo spigolo, di cui si è persa la testa, ma che sta in una posa simile all'ecclesiastico che lo precedeva nella stessa posizione. Un'ultima annotazione sulle capigliature dei personaggi, (OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235605
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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