sarcofago,
1150 - 1199
Biduino (notizie Fine Sec. Xii-inizio Sec. Xiii)
notizie fine sec. XII-inizio sec. XIII
Sarcofago ovale privo di coperchio con la fronte ornata da due serie dist rigilature ondulate con mandorla centrale. Sui fianchi due leoniazzannant i due capretti
- OGGETTO sarcofago
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MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
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ATTRIBUZIONI
Biduino (notizie Fine Sec. Xii-inizio Sec. Xiii)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tomba, senza coperchio, giunta in Camposanto nel 1813, fu situatanella galleria Sud. Qui rimase fino al trasferimento (1935) al Palazzodell'Opera, nel Museo dell'Opera, dove fu collocato all'Ingresso (CARLI1935a). Vi rimase fino a poco dopo il 1963 (FELICI 1963), quando furiportato in Camposanto, nella galleria Sud, nel lato dei finestroni,all'estremità Est (A 22 int dell'attuale ordinamento). L'infaticabileantiquario pisano Alessandro Da Morrona, nella puntuale ricognizione delpatrimonio artistico cittadino compiuta per Pisa illustrata, scoprìl'opera presso il convento dei Cappuccini. La tomba, fin dal 1810 comparenelle liste degli oggetti da alienare dagli edifici ecclesiasticiconfiscati dal governo francese (DA MORRONA 1810); l'autorizzazione peril trasferimento in Camposanto giunse dal Presidente della Deputazioneper la Conservazione, Poschi, il 1°.II.1813 (LASINIO 1781-1838); il 6,Lasinio pagava Ciuti per il "trasporto colle bufale" del sarcofago(LASINIO 1810-30). Il sarcofago proviene dal convento dei Cappuccini,situato a Sud della mura, sul luogo della precedente chiesa di S.Donnino, edificata intorno al 1242, quando Luca, abate di S. Paolo a Ripad'Arno, autorizzò la costruzione su di un terreno donato nel 1240 almonaco Martino (COSCARELLA 1981). Il sarcofago proveniva quindi da unaltro edificio, molto verosimilmente S. Paolo a Ripa d'Arno, convento dacui dipendeva la chiesa suburbana (l'abbazia vallombrosana possedeva unaserie di sarcofagi reimpiegati, in uno dei quali, a lenòs con protomileonine, nel 1193 fu seppellito l'insigne giurista e dotto Burgundio). Iltrasferimento dell'opera dové avvenire tra 1255 e 1384, anno in cui S.Donnino fu elevata ad Abbazia (più difficile un arrivo nel '500 quando ilconvento fu ricostruito e la tomba fu riutilizzata come acquaio).L'opera, in pessime condizioni di conservazione, presenta la superficiescultorea completamente erosa; la base e l'orlo completamente scheggiati,numerose spaccature sulla cassa, notevoli perdite nelle figure sui lati(meglio conservato il fianco sinistro) e un'ampia lacuna all'iscrizionesuperiore compromettono l'interpretazione complessiva dell'opera. Ilsarcofago è di forma ovale, a tinozza, con strigilature affrontate, i cuibordi si assottigliano a metà. Al centro della fronte, dove le strisceondulate si incontrano, vediamo, nello spazio in cui generalmente gliesemplari romani presentavano il ritratto del defunto, una colomba diprofilo, in posa rampante, con la testa leggermente reclinata (talesoggetto non trova confronti con gli esemplari romani; potrebbesimboleggiare tuttavia lo Spirito Santo); sui bordi sagomati corrono ledue scritte. Nei fianchi due immagini uguali: un leone, in posa retta econ la coda alzata, avvinghia un cervide atterrato, con le zampeanteriori piegate e quelle posteriori che si stanno piegando; la predasembra avere un collare. Il tipo di sarcofago antico cui Biduino siispira è quello a lenòs con protomi leonine o leoni con prede e fronticon strigilature o baccellature, che si diffuse nel sec. III d.C. esembra aver avuto come centro esclusivo di produzione Roma (a Pisa nesono rimasti vari esemplari, tutti reimpiegati nel Medioevo, in Duomo ein S. Paolo a Ripa d'Arno). Non sappiamo se la scelta di tale tipologiada parte dell'artista medievale dipese da una volontà della committenza oda una scelta dello scultore; sta di fatto che il sarcofago strigilatoera considerato, nel Medioevo, il sarcofago antico per eccellenza, comesi desume dal gran numero di riproduzioni in affreschi e miniature(nell'età moderna, o forse già nel Medioevo, si è attribuito quest'uso alfatto che le strigilature venisse interpretate come delle S e stesseroper Sanctus); non è chiaro inoltre il significato dell'adozione dei leonicon prede sui fianchi: se si tratti di semplici custodi delle tombaoppure servano di ammonimento allo spettatore (hanno comunque unacaratterizzazione negativa, visto che le prede sono cervi, espressionidel bene). Circa il modello preciso cui guardò Biduino, esso non è ormaiidentificabile, non solo per l'assenza di un sarcofago antico a Pisa daaccostare tout court a quello di Biduino, ma soprattutto per la nostradifficoltà di poter individuare il modello antico da una copia medievale.Più fruttuoso risulta un confronto tra i sarcofagi antichi e quellomedievale della stessa tipologia. Riguardo al rilievo si nota che,rispetto agli esemplari romani, i leoni e i cervi di Biduino sonocompletamente incassati nel volume del marmo e non hanno le testefortemente proiettate in avanti; mancano elementi ad altorilievo o tuttotondo (solo la chioma, folta e rigonfia si mostra vicina ai modelliantichi). Inoltre manca la precisa articolazione del corpo dei modelliclassici; è assente, infine, nell'opera medievale, un caratterefondamentale, la curvatura del sarcofago: (prosegue in OSS.)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235584
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1993
2006
- ISCRIZIONI sugli orli superiore ed inferiore della fronte - Orlo superiore: "+biduinus maister fecit hanc tumbam:animum gratum"; orloinferiore: "+hore vai p(er) via pregando dell'anima mia sicome tu se' egofui. Sicus ego su(m). Tu dei essere" - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0