arredo da salotto - manifattura romagnola (prima metà XIX)

arredo da salotto,

L’insieme degli arredi da salotto è costituito da un tavolo di forma rotonda con una base tripartita, due divani, sei sedie, una console con specchiera e due angoliere. I mobili, in legno verniciato di bianco, arricchiti di dorature, presentano elementi decorativi condivisi, tra cui delfini, tridenti e ornati a palmette. Il divano, le sedie e la console mostrano gli stessi tipi di gambe a fusto anteriori. Il tavolo, la console e le angoliere hanno ripiani in marmo

  • OGGETTO arredo da salotto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ verniciatura/ doratura
    marmo/ sagomatura
    STOFFA
    stucco/ modellatura/ verniciatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Romagnola
  • LOCALIZZAZIONE Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come testimonia la documentazione conservata presso l’Archivio Storico della SABAP di Ravenna, i “Mobili di stile Impero”, ovvero “dei primi dell’Ottocento” (lettere del 26 marzo e 26 aprile del Ministero della Pubblica Istruzione al direttore del Museo Nazionale), vennero acquistati nel 1918 per il prezzo di 3000 lire da Luisa Angeli, proprietaria dell’Albergo Aquila d’Oro a Rimini. Del ritiro si occupò il noto restauratore Giovanni Nave. L’elenco comprende una “lumiera” in metallo di cui si è in seguito perduta traccia: essa non è infatti menzionata nella scheda OA compilata verso il 1980-1985 da Luciana Martini, la quale datava gli arredi verso la metà del XIX secolo, non molto dopo la data di costruzione (o, meglio, di ristrutturazione) dell’edificio che li ospitava in origine. Prima di divenire un albergo, il palazzo, sito nel centro storico di Rimini, fu in antico proprietà delle famiglie Montelabate, Procacci e Romagnoli. Nel 1826 Francesco Romagnoli commissionò all’architetto Onofrio Meluzzi il rifacimento della facciata e l’adattamento dell’interno alle proprie esigenze abitative. La casa venne più tardi trasformata in Locanda della Posta e, nell’ultimo quarto dell’Ottocento, nell’Albergo Aquila d’Oro, prima di essere adattata ad altro uso nella seconda metà del Novecento. Per ragioni storiche e di confronti stilistici è plausibile che l’ensemble sia stato voluto dal Romagnoli: le corrispondenze più stringenti sono con alcuni arredi di produzione faentina, che condividono il medesimo gusto neoclassico, con i caratteristici colori bianco e oro, e che risultano databili nell’età della Restaurazione. Si può citare l’arredamento del salotto di casa Rondinini a Faenza, datato dal Golfieri (1970) intorno al 1820, e quello della sala di Apollo di Palazzo Milzetti nella stessa città, collocabile negli anni della proprietà Rondinini (post 1817): qui i divani presentano braccioli a delfini ben confrontabili. Come rilevato negli studi di Ottani Cavina (1999), Gaetano Bertolani, collaboratore di Felice Giani, si occupò anche della progettazione di mobili “nelle tipologie provinciali dello stile Impero”, realizzati tra gli anni trenta e quaranta. La specchiera appare assai aderente al gusto di quella conservata in casa Cavina a Faenza (ivi, fig. 261). Allo stesso modo il Manni (1981) osserva come la forma cilindrica dei sostegni decorati con motivi a mazzi di foglie (come negli esempi in predicato) è tipica del periodo della Restaurazione. La serie di mobili, che forma un insieme coerente, è quindi addebitabile per esecuzione ad una bottega romagnola, forse faentina, tra la fine del primo e il secondo quarto dell’Ottocento. Si tratta di una testimonianza poco nota, ma ragguardevole, dell’ebanisteria neoclassica in questo territorio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690600-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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