Madonna col Bambino, angeli e santo. Apparizione della Madonna con il Bambino e angeli a San Francesco Saverio (?)
dipinto,
Maratta Carlo (maniera)
1625/ 1713
Dipinto a olio di formato mistilineo su tela rettangolare conservata in sottile cornice di contorno
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Maratta Carlo (maniera)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Maratta, Carlo
Masucci Agostino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Cassa di Risparmio di Cesena
- INDIRIZZO corso Garibaldi, 18, Cesena (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera entrò a far parte della Collezione della Cassa di Risparmio di Cesena nel 1987, dopo essere stata visionata presso lo stand della galleria Raffaella Antiquariato di Raffaella Viganò, in occasione della Mostra Nazionale dell'Antiquariato di Pennabilli. Il dipinto era di proprietà di Clara Romeo di Rovereta (RSM), che lo aveva a sua volta acquistato nel 1986 da Loretta Ferrari di Casalgrande (RE), a cui era appartenuto per circa vent'anni. Al momento dell'acquisizione da parte dell'Ente bancario la tela era accompagnata da una perizia di Luigi Salerno (comunicazione scritta datata 30/11/1986, Archivio ex Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena), che la riteneva un autografo di Carlo Maratta, vista la presenza di pentimenti e l'alta qualità pittorica, datandola agli ultimi anni del Seicento o ai primi del Settecento. L'attribuzione al grande protagonista della scena romana tra Sei e Settecento appare tuttavia dubbia, tanto che nell'inventario della Collezione cesenate si è preferito assegnare il dipinto a un "pittore marattesco", la cui identità appare ancora sfuggente: nella didascalia, che accompagna l'opera nella sua collocazione attuale, si propone una datazione intorno al 1730, sottolineando le forti affinità del dipinto con le opere, realizzate in Italia, dal pittore polacco Szymon Czechowicz, presente a Roma dal 1710 al 1730 circa, dove poté assimilare la lezione di Maratta. Le dimensioni, il formato mistilineo e il punto di vista fortemente scorciato che caratterizzano la tela sembrano indicare un'originaria collocazione entro il soffitto di un edificio ecclesiastico, verosimilmente di appartenenza gesuita: nel santo, inginocchiato di fronte a uno scenario marino in adorazione della visione celeste, sembra infatti potersi riconoscere San Francesco Saverio, gesuita spagnolo che fu missionario in Estremo Oriente, tanto da guadagnarsi l'epiteto di ”apostolo delle Indie”. Il santo, tra i primi seguaci di sant'Ignazio di Loyola e, dopo il fondatore dell'ordine, il più frequentemente rappresentato dagli artisti della Controriforma, è abitualmente raffigurato con l'abito nero, i capelli scuri e una corta barba nera, spesso accompagnato, come nel dipinto in esame, dal crocifisso, il libro e il giglio; egli inoltre di frequente reca in mano il bastone da pellegrino ed è collocato in scenari costieri, a ricordo del suo ruolo di pioniere nella diffusione del cristianesimo in Asia
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690247
- NUMERO D'INVENTARIO 400118724
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0