Madonna con Bambino

rilievo, ca 1150 - ca 1174

La Vergine vestita di una ricca e ampia veste, aureolata, siede tenendo in grembo il Bambino, anch'egli aureolato

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA pietra/ intaglio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piacentina
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per la Krautheimer Hess (1928) questo alto-rilievo, così come quelli delle "Quattro Sante" e dei "Cinque Profeti" è databile tra il 1150 e il 1171. La studiosa vedeva come caratteristica la tendenza al blocco e la disposizione rigidamente frontale. Lo Jullian (1945, pp. 179-185) vedeva in questi altorilievi influssi dell'Ile de France. Il Francovich (1952, pp. 17-45) ravvisava nelle "Sante" e nei "Profeti" rigidi, immobili, squadrati come blocchi in schemi frontali, secondo tendenze già affermatesi nel quinto decennio del secolo in ambito post-nicoliano (ambone di Carpi, finestra absidale di Piacenza) il substrato più intimo nel tardo stile di Nicolò mediato dai rilievi degli "Artieri". Su tale base si innestano motivi wiligelmici che spiegano il sovrabbondante piegheggiare delle vesti delle figire femminili e protagonisti nella foggia del costume delle "Sante Margherita e Paolina". Per la Cochetti Pratesi (1973, p. 76) l'altorilievo della "Vergine col Bambino" costituisce la realizzazione più alta di tutto l'insieme. La studiosa trova poco persuasivi i riferimenti citati da Francovich a proposito di questa opera (lo studioso infatti coglieva dirette o indirette reminiscenze wiligelmiche nella costruzione del gruppo e nel piegheggiare fitto e ondulato dei bordi e nelle tipiche e pesanti sovrapposizioni di pieghe e la avvicinava alla "Madonna" di Carpi o alla "Madonna" della Kunsthaus di Zurigo) e quelli di Salvini (1969) che la avvicinava alla "Vergine" del Museo di Montpellier, a cui, secondo la studiosa "é tanto lontana nel modulo sottile, nella fragile e nervosa eleganza, nelle fitte striature che solcano le vesti, avvolgendo la superficie in una trama mobile e vibrante di luci e di ombre". La Cochetti Pratesi avvicina la Vergine della cattedrale alle "Arti Liberali" del portale di Chartres e particolarmente alla "Musica" ed alla "Dialettica", dove si ritrovano il medesimo concetto compositivo ed il raffinato e complesso trattamento del panneggio. Anche nell'ovale allungato del volto, nel taglio della bocca, nella forte espressività la studiosa ritrova l'esperienza del mondo di Chartres. L'artefice emiliano, appesantisce il modulo dell'immagine, cui conferisce un senso di greve e robusta massività, estranea alle creazioni d'Oltralpe e definisce con fermo e nitido rigore le pieghe. La trattazione del volto della Vergine è pressocché identica a quella dell' "Eva" di S. Antonino. Per la studiosa l'opera va datata nel terzo quarto del secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267544
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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