reliquiario a teca - a urna di Smeraldi Smeraldo, Vernazzi Luigi (sec. XVI, sec. XIX)

reliquiario a teca a urna, 1581 - 1581

Piede a sezione triangolare, poggiante su tre zampe leonine, costituito da uno zoccolo da cui si elevano tre salienti a voluta addossati ad un elemento centrale:lo zoccolo presenta lungo i profili esterni un motivo a treccia , mentre all'orlo del campo interno, al cui centro si erge a tuttotondo un cespo fogliare, corre un girale a bulino con clipei includenti teste femminili e maschli; i tre salienti sono segnati da decori ad intreccio con foglie e da bacellature. L'impugnatura è risolta in un nodo a urna decorato da alte bacellature, da una piccola fascia ad ovuli incavati e, nella spalla, da un motivo a racemi vegetali bulinati su fondo righettato.Su di esso si innesta l'elemento di sostegno del ricettacolo, costituito da due volute orizzontali congiunte frontalmente da un cherubo a mezzotondo.Il ricettacolo, realizzato in rame dorato e vetro, presenta foggia di arca con lati trapezioidali e coperchio lievemente rilevato, sormontato da monogramma cristologico tra due rami di palme

  • OGGETTO reliquiario a teca a urna
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    rame/ battitura/ doratura
    bronzo/ fusione/ bulinatura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Smeraldi Smeraldo (1553/ 1634)
    Vernazzi Luigi (1771/ 1836)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La presenza in Cattedrale di una sacra reliquia di S.Stefano Diacono e Protomartire è documentata ab antiquo: in un inventario degli oggetti di sagrestia dell'anno 1486 è infatti registrato"un braccio di S.Stefano con mano d'argento, tutto d'argento coperto con piedi due d'argento dorati e smaltati (cfr. Allodi 1854, p.707). Forse per il suo cattivo stato di conservazione, nel 1581 la Fabbrica decideva di rinnovare il prezioso reliquiario:il 4 novembre di quell'anno è infatti annotato un pagamento a Smeraldo Smeraldi "ad bonum comptum e pro parte eius mercedis pro fiendo brachio argenteo pro conservandis ossibus Sancti Stephani"; segue un secondo acconto nel febbraio del 1583, un terzo per l'acquisto di argento nel 1586 e infine un saldo nell'ottobre dell'anno successivo "per resto delle sue fatture del" bracio di S.Stefano computato certe quantità d'argento e oro postosi in opera".Le iscrizioni incise sul piede dell'attuale reliquiario di S.Stefano ricordano i committenti ovvero i prefetti della Fabbrica in carica nel 1581, i due canonici Francesco Balestrieri e Guido Ascanio della Sala, il Dottore in legge Innocenzo Biondi e Ottavio Giunto, questi ultimi entrambi illustri cittadini e Consiglieri civici; viene riportato poi, oltre alla data, il nome dell'artefice del lavoro, che dovette evidentemente prolungarsi nel tempo, considerata la cronologia dei pagamenti nonchè i solleciti che nel 1584 e 1585 vennero rivolti dal Capitolo ai Fabbricieri al fine di addivenire ad una rapida conclusione dell'opera. Purtroppo questa, dettagliatamente descritta negli inventari fino al 1795, non ci è giunta integra, essendo andato perduto il braccio in argento originariamente posto al di sopra del piede bronzeo conservatosi. Il reliquiario di S. Stefano costituiva, fino a tempi recenti, l' unica testimonianza nota dell'attività orafa di Smeraldi, attività recuperata dal Ronchini soprattutto attraverso memorie documentarie, ma considerata esclusivamente giovanile e secondaria rispetto alla sua ben più conosciuta e importante professione di cartografo e ingegnere: Smeraldi fu perito dell'Ufficio dei Cavamenti, al servizio della Corte farnesiana e nel 1601 dedicò al Duca Ranuccio I una pianta di Parma a veduta zenitale, realizzata grazie a precoci sperimentazioni nel campo della trangolazione (cfr.Ronchini 1872, p.490; Io Smeraldo..., Parma 1980, pp.19-43). In realtà il ristretto catalogo dello Smeraldi argentiere si sta arricchendo di nuove interessanti acquisizioni, come la pisside firmata e datata 1580 dell'Abbazia benedettina di S.Maria della Neve a Torrechiara (cfr. Cattani-Colla 2005, p.181) e quella del Duomo, ma proveniente dalla soppressa chiesa di S.Siro, che gli può essere attendibilmente attribuita (cfr. scheda SPSAE PR 00148758).Inoltre le stesse memorie archivistiche conservate in Cattedrale documentano un rapporto continuativo della Fabbriceria con lo Smeraldi in qualità di orafo fino al 1589, individuando un interesse dell'ingegnere per questo campo che va ben oltre il periodo giovanile. Il piede del reliquiario conferma il gusto classicheggiante dello Smeraldi nelle scelte lessicali, come la sua propensione per impianti saldamente definiti, mai mascherati ma piuttosto evidenziati da un rigoroso dato ornamentale; emerge peraltro in questo pezzo una componente di fantasiosità manierista, estranea alle due pissidi citate, nella proposta di volute architettoniche per i salienti della base, nella tipologia dei piedi leonini, nell'insolito inserimento nei clipei "all'antica" della base di dame e cavalieri. Il braccio perduto è oggi sostituito da un ricettacolo ad arca, di sobria struttura neoclassica, realizzato nel 1815 da Luigi Vernazzi , noto orafo parmense del periodo luigino, come attestano l'iscrizione in esso incisa e il mandato di pagamento all'argentiere nel dicembre di quell'anno: nella nota acclusa è segnalata la consegna del" braccio d'argento rotto che serviva per la reliquia di S.Stefano" da riutilizzarsi per nuovi arredi. Fu forse in questo frangente, o in un periodo successivo, in occasione di una ricognizione delle reliquie della chiesa, che l'omero fu erroneamente identificato come tibia: è dato inconfutabile che l'iscrizione lungo il profilo interno delle volute reggenti l'urna, graficamente differente da quelle inferiori, sia stata apposta in un epoca in cui si era persa la memoria del "braccio di S.Stefano"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800148757
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sui riccioli inferiori delle volute del piede - SMERAL/ DUS/ PARME/ NSIS/ FACIE/ BAT - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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