croce processionale di Vernazzi Luigi - ambito parmense (sec. XVII, sec. XIX)

croce processionale, 1649 - 1649

Croce d'argento a bracci lisci profilati da una bulinatura, con terminali in bronzo dorato a fusione, definiti da volute concavo-convesse e recanti un cherubo sormontato da un ramo di palma stilizzata; quest'ultimo motivo torna in funzione di raggera all'incrocio dei bracci, ancora in bronzo dorato come il cartiglio e il Cristo morto, privo di aureola. Nel verso è la figura a mezzorilievo dell'Immacolata in atto orante sulla falce di luna.Innesto a tubo con grosso nodo d'argento a vaso, decorato inferiormente da un giro di foglie e nella bombatura superiore da serti di melograno e cherubi a tuttotondo applicati; al di sopra è un secondo nodo a bocciolo di foglie d'acanto che costituisce l'innesto vero e proprio

  • OGGETTO croce processionale
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura/ fusione
    bronzo/ fusione/ cesellatura/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Parmense
  • ATTRIBUZIONI Vernazzi Luigi (1771/ 1836)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La croce, come attesta l'iscrizione incisa nel verso, fu realizzata nel 1649 su commissione del Preposto e dei sei Canonici del Battistero, cui l'arredo era destinato e nel quale oggi si conserva. La croce seicentesca subì tuttavia un copiscuo intervento di rinnovo nel 1815: una memoria del dicembre di quell'anno ricorda infatti "l'accomodatura con aggiunta di bronzo e argento"delle tre croci processionali di pertinenza della Cattedrale, lavoro realizzato da Luigi Vernazzi, a quelle date orefice di fiducia della Fabbriceria. L'intervento dovette consistere nella sostituzione dei terminali, dei raggi a palma, del cartiglio , del Cristo e del nodo d'innesto a bocciolo, elementi assolutamente identici in un' altra croce astile ancora conservata in Duomo (cfr. scheda SPSAE PR 00148795) e del tutto analoghi a quelli proposti da un'altra croce di Vernazzi, firmata e datata, appartenente alla chiesa dei SS.Vito e Modesto a Polesine Parmense (cfr. Mordacci 1997, p.56). L'argentiere attua, nel suo lavoro di recupero, una felice commistione di motivi e forme desunti dal repertorio barocco, come i cherubi e le mosse volute dei profili e del cartiglio, con altri di matrice neoclassica, quali i decori a palmetta e le irrigidite foglie d'acanto. Dell'antica croce bello il nodo a vaso con cherubi e melograni, tipicamente seicentesco anche nella tecnica esecutiva che utilizza fusione e sbalzo poco rilevato (parrebbe tuttavia di Vernazzi la parte inferiore, con più stilizzate foglie d'acanto,visibilmente unita da un giro di piccoli chiodi a quella superiore)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142643
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nel verso, nel montante verticale, inferiormente - A/ PREP. ET/ CAN. NU/ M.SEN./ BAPTIS/ PARME/ 1649 - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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