Cristo crocifisso

croce dipinta, 1250 - 1299

Croce dipinta a tempera su tavole, composta del tabellone principale su cui sta il corpo del Cristo, decorato ad "estofado" di quadrati disposti obliquamente in serie verticali; di quattro tabelle secondarie, e di un tondo terminale posto sulla tabella superiore. Il perimetro è tutto contornato da cornice rilevata e dorata nel listello più interno. La tabella inferiore corrisponde al suppedaneo; nelle laterali sono le mezze figure dei ploranti, Maria e Giovanni, su fondo oro, con aureole graffite a girali; in quella superiore è disposta in due righe la scritta, mal rilevabile; "IHS Nazarenus...". Nel tondo è la mezza figura del Redentore risorto, benedicente, e col volume nella sinistra. Il Crocifisso è raffigurato morto, col corpo inarcato verso sinistra di chi guarda, mani aperte con dita rigide estese, perizoma raccolto attorno ad annodatura centrale; piedi inchiodati separatamente

  • OGGETTO croce dipinta
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romagnolo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Contenitore fisico
  • INDIRIZZO via Contrada Chiaramonti, 34, Cesena (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di anonimo forse romagnolo, di derivazione giuntesca. Rispetto agli esemplari giunteschi noti a Bologna e in Romagna (Faenza, Longiano, quello di Villa Verucchio è un falso forse copiato dall'originale), appare di modi più provinciali. Probabilmente della stessa mano il Crocifisso di Musano (Roncofreddo), supposizione difficilmente scioglibile per via delle ridipinture di quest'ultima opera. Proviene dal vicino Oratorio di S. Maria della Fratta, sito di francescani soppresso dal Papa nel 1635, col disposto che i loro beni passassero al Seminario, mentre l'edificio doveva essere demolito, e gli arredi andassero alla plebale di S. Vittore. L'esecuzione avvenne solo per la prima parte, mentre l'edificio rimase. Alla soppressione seguita al 1860 (1806?) tra i beni venduti vi fu l'Oratorio della Fratta, col podere accanto, acquistato dal sig. Matteo Sirotti Gaudenzi. Nel 1929 il Crocifisso, per migliore custodia, fu portato dall'arciprete a S. Vittore, e appeso, a restauri ultimati della Pieve, in alto al centro dell'abside. Qui lo vide Antonio Corbara nel 1967. La segnalazione che questi ne diede al Servolini, mentre era in corso una pubblicazione poi non avvenuta causa la cessazione della rivista forlivese IL TREBBO, venne dal Servolino stesso indicata senza indicazione della fonte. Dal Servolini desunse il Garrison, a sua volta senza indicazione della fonte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800040230
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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