Presepio del nodo. Natività di Cristo con san Girolamo
Il dipinto raffigura il momento immediatamente successivo alla nascita di Gesù e presenta il bambino, che rivolge lo sguardo verso lo spettatore, adorato dalla madre in presenza di san Giuseppe. In primo piano, san Girolamo con i suoi attributi iconografici, il leone e il cappello cardinalizio, è raffigurato come modesto penitente. Ad un ambiente povero accenna anche il panno annodato che giace al suolo destinato a fasciare il neonato disteso sul manto materno. A destra, la mangiatoia con il bue e l'asino. A sinistra, l'annuncio ai pastori. Sullo sfondo, un paesaggio di carattere alpino, illuminato dalla prima luce dell’aurora, con un lago di montagna. Sul bambino risplende, invece, la luce della stella ad otto raggi, indicante il luogo di nascita
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ tecnica mista
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ATTRIBUZIONI
Bonfanti Liberale Detto Liberale Da Verona (1445 Ca./ 1527 ?)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE All’inizio dell’Ottocento il quadro era conservato, secondo Dalla Rosa (1803-1804) che lo registra già con l’attribuzione corretta, nella seconda sagrestia della chiesa di San Fermo Maggiore, difficilmente il luogo d’origine dell’opera. Le misure superano quelle di un tipico quadro da camera, ma non arrivano a quelle di una pala d’altare. Il soggetto, il formato bislungo e le dimensioni limitate lasciano aperta la possibilità che si trattasse della tavola di una cappella ad uso domestico. L’assegnazione tradizionale a Liberale, memorabile per un dipinto che non è firmato, né documentato, né ricordato da Vasari, non fu mai messa in dubbio ed è stata rilevante per la riscoperta della sua opera artistica (Del Bravo 1967, pp. 47-48), di cui fa parte anche la tarda variante ridotta conservata nelle collezioni del Museo di Castelvecchio (inv. 940-1B0204). In tale contesto rimane assai persuasivo anche il confronto illustrato da Magagnato (1973) tra gli animali, specialmente i buoi, e le xilografie disegnate da Liberale per l’edizione veronese dell’Esopo del 1479. Secondo quanto analizzato da Hans-Joachim Eberhardt (2010, pp. 236-238), il dipinto appartiene ad una fase transitoria nell’evoluzione stilistica di Liberale, caratterizzata da forme ancora ben definite e da un disegno relativamente sicuro, riconoscibile anzitutto nelle Madonne e nei santi, nel taglio severo degli occhi abbassati e quindi semichiusi. Di questa fase fanno parte anche lo "Sposalizio di santa Caterina" della collezione Canossa, la "Madonna con due angeli" già della collezione Noseda e due "Madonne allattanti" dallo stesso cartone, la prima già a Marega, poi a Milano e ora in una collezione privata in Germania, la seconda al Museo Canonicale di Verona (Del Bravo 1967, p. CLXXXIV, fig. 172; p. CLXXXII, fig. 170; p. CXCIII, fig. 193; p. CC, fig. 203). Tutte le opere precedono il decadimento artistico verificatosi in Liberale intorno al 1500, tanto evidente già nella tela del 1503 (Avena 1910, pp. 141-143), e sono quindi da collocare intorno o poco dopo il 1495. Tale posizione cronologica della "Natività" concorda con la collocazione proposta da Del Bravo (1959, pp. 80, 210-211), mentre non sono convincenti le opinioni di Bernasconi (1864), Crowe e Cavalcaselle (1871) e Pallucchini (1957-1958) che vi vedevano una delle ultime opere dell'artista. Il concetto base di questa "Natività di Cristo" segue una lunga tradizione iconografica in cui sono confluiti elementi suggeriti anche da fonti trecentesche quali le "Meditationes vitae Christi" o la visione di Brigitta di Svezia, senza che Liberale abbia osservato tali fonti alla lettera. Quando eseguiva questa "Natività" Liberale aveva esperienze da circa tre decenni con il soggetto, di cui come pittore e miniatore aveva creato alcune versioni di formato verticale. Pochi anni prima, per la tavola più piccola di Boston (Del Bravo 1967, p. CXXXVIII; 41 x 51 cm), aveva invece scelto il formato bislungo, al quale torna in dimensioni più ampie con la presente variante. Il formato largo di questa tavola offre più spazio in primo piano a san Girolamo e nello sfondo al paesaggio. Con lo sguardo del neonato rivolto verso lo spettatore Liberale è ricorso al provato artificio, ricordato da Alberti nel "De pictura" (ed. 1975, pp. 72-75), di invitare i fedeli a partecipare spiritualmente all’azione nell’immagine sacra, fondendo la sfera del credente con quella del dipinto. All’adorazione partecipa anche il bue genuflesso che secondo Isaia (I, 3) conosce il suo padrone e che le "Meditationes" ricordano insieme con l’asino come inclinato dietro al presepio. L’umile panno al suolo suscitò la denominazione popolare del quadro come «Presepio dal nodo». Crowe e Cavalcaselle (1871) hanno notato nel nostro dipinto «an exaggerated reminiscence of Signorelli’s art», pensando piuttosto a qualche influenza stilistica che alla "Natività" di Signorelli ora al Museo di Capodimonte a Napoli, datata circa 1493-1496 (Henry 2001, p. 192). Vi si confrontino il formato oblungo, la disposizione di san Giuseppe (al posto di san Girolamo) e di Maria, e anche del neonato che cerca il contatto con lo spettatore, il profondo paesaggio montano con acqua, a destra gli animali, a sinistra una roccia alta con il corteo dei magi (invece dei pastori). Si tratta di un’opera all’incirca contemporanea e, anche secondo Eberhardt (2010), le coincidenze iconografiche sarebbero troppo numerose per essere casuali. Sebbene sia poco probabile ipotizzare un contatto diretto tra i due pittori durante l’ultimo decennio del Quattrocento oppure che uno dei due abbia conosciuto l’opera dell’altro, rimane comunque aperta la possibilità di un’ignota fonte comune d’ispirazione. In effetti, che nel corso degli anni novanta si diffondessero composizioni simili della "Natività" risulta anche da due miniature di Girolamo Dai Libri conservate a Brescia (Castiglioni 1986, n. 56) e a Castelvecchio, (inv. 4468-1B1769). ||||(da Hans-Joachim Eberhardt 2010, pp. 236-238)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715187
- NUMERO D'INVENTARIO 961
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0