Trionfo della Castità e Trionfo dell'Amore. Trionfo della Castità e Trionfo dell'Amore
Al centro uno stemma sorretto da due putti: lo scudo inquartato mostra il primo e quarto campo palato d’argento e di nero, il secondo e terzo d’azzurro. Sopra lo stemma si vede la toppa della chiave. Nell'ovale a sinistra il Trionfo della Castità, a destra il Trionfo dell’Amore. Entrambe le personificazioni si trovano su carri che in rapido movimento sono trascinati verso il centro, l’Amore da quattro cavalli impennati, la Castità da due liocorni guidati da una vergine che porta un vessillo verde con l’effigie dell’ermellino, simbolo della purezza. La Pudicizia, con la cornucopia dell’abbondanza, è incoronata di fiori bianchi come le sue compagne, tra le quali davanti al carro compare Lucrezia, scortata da un cane e seguita da Penelope, entrambi esempi di fedeltà. Cupido, che scocca le frecce con gli occhi bendati, è circondato dalla folla delle sue vittime, tra cui un giovane prigioniero nudo e legato che siede a cassetta, Cesare armato all’antica e incoronato di alloro e, per terra, il vecchio Aristotele imbrigliato, cavalcato e flagellato da Campaspe-Fillide; infine, a sinistra sotto i cavalli a briglia sciolta, giacciono i cadaveri di Piramo e Tisbe. In alto sventola il vessillo rosso con l’immagine significante del porco, simbolo della lussuria
- OGGETTO cassone dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela su tavola/ tecnica mista
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ATTRIBUZIONI
Bonfanti Liberale Detto Liberale Da Verona (1445 Ca./ 1527 ?)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pannello costituiva il fronte di un cassone commissionato dalla famiglia veronese Sanbonifacio, come attesta lo stemma centrale (Cervellini 1908; Gerola, 1909 ca.; Morando di Custoza 1976, n. 2381). Gli ovali laterali raffigurano due temi allegorici consoni alla destinazione nuziale del mobile, il "Trionfo della Castità" e il "Trionfo dell'Amore", ispirati alle visioni del Petrarca e alla loro tradizione iconografica nell’interpretazione estrosa di Liberale (Petrarca, "Triumphus Pudicitie" 132-133 [1996, pp. 250, 252]; "Triumphus Mortis" I, 1-21 [1996, pp. 271-272]). La ricca decorazione a pastiglia, in parte rifatta da Viscardo Carton nel 1906, ricalca fedelmente il progetto originario e si sviluppa con raffinatezza tale da pensare ad un lavoro realizzato sulla traccia di un disegno di Liberale (Christiansen 2015, p. 364). Prima di entrare per lascito nelle collezioni civiche nel 1892, l’opera venne registrata, senza nome d’autore, negli anonimi cataloghi manoscritti della Galleria di Antonio Pompei. L’ascrizione a Liberale fu avanzata da Cervellini (1908, p. 110 nota 1) dopo aver scartato un’antecedente proposta non meglio specificata in favore del Giolfino (rifiutata anche da Repetto 1961-1962) ed è stata accettata dalla critica con poche eccezioni (Gerola 1909; Trecca 1910, 1912). Ragioni stilistiche inducono a credere che l’esecuzione del mobile sia avvenuta nella prima metà del nono decennio del Quattrocento (Eberhardt 1974, p. 106; 1983, p. 219; Miziolek 2000), come risulta dal confronto tra alcune vergini in compagnia di Castità e le amiche di Europa del cassone del Louvre, dipinto da Liberale attorno al 1473 (Eberhardt 1983, p. 219). Inoltre, l’opera veronese non presenta ancora le forme e le superfici scultoree caratteristiche dei dipinti realizzati da Liberale nella seconda metà degli anni Ottanta e attorno al 1490 (si veda il confronto con la “Sacra conversazione” di Berlino del 1489 e la coeva predella del Vescovado di Verona), elementi che contribuiscono a validare la proposta cronologica avanzata da Eberhardt (ribadita nel 2010, pp. 227-229). Di regola i cassoni nuziali erano ordinati in coppia (Schubring 1915 e 1923, pp. 17-18; Callmann 1974, pp. 25-26) e così avvenne anche nel caso veronese, come prova la comparsa di un’altra scena raffigurante il "Trionfo della Fama", di formato uguale (leggermente rifilato) e dello stesso momento stilistico di Liberale, esposta a Ca’ Rezzonico (Martini 1992 e 2002; Pedrocco 2001). Del cassone Sanbonifacio esisteva dunque un pendant molto simile, di cui la scena che affiancava il "Trionfo della Fama", forse un "Trionfo del Tempo" (piuttosto che della "Morte", cfr. Callmann 1974, pp. 12-13), è andata dispersa. La tipologia del cassone dal fronte tripartito, con lo stemma centrale e due immagini laterali, risulta diffusa non solo in ambito veronese, ma anche nei principali centri della pianura padana orientale (Settis 1995, pp. 74-75). Rispetto ai cassoni toscani, in cui la storia al solito era distesa sul fronte intero, i pittori settentrionali si limitavano a formati più ristretti. Così Liberale, nello spazio circoscritto del cassone veronese, fece sfilare i suoi "Trionfi" in movimento diagonale, a differenza delle proprie composizioni giovanili dipinte per cassoni senesi, tra cui due varianti del "Trionfo della Castità" di collezione privata, che riempiono tutta la superficie frontale (Fredericksen 1969, pp. 44-45, figg. 28-29; Eberhardt 1983, p. 204 nota 109). Ricordi toscani si osservano negli unicorni e nell'appoggiapiedi della Castità. Formato da una voluta semplice nell'esempio giovanile già alle Ehrich Galleries di New York (Fredericksen 1969, fig. 28), esso è invece raddoppiato a Verona (cfr. la voluta doppia venne introdotta da Liberale nella xilografia per la favola 18 dell'Esopo veronese del 1479: Eberhardt 1986, p. 219). Una voluta serve da sedile al prigioniero nel “Trionfo dell'Amore”, e da appoggio al vetturino in un "Trionfo all'Antica", opera non riconosciuta del tardo periodo senese di Liberale venduta a Londra (Christie's, 10 aprile 1981, lotto 45). Pare che Liberale abbia citato pure qualche particolare della nota stampa fiorentina con il "Trionfo dell'Amore" (The Illustrated Bartsch, 24, p. 94), cioè la figura di Aristotele imbrigliato, i cavalli impennati e, forse, il giovane prigioniero. Non esistono, invece, relazioni tra l'incisione del "Trionfo della Fama" e il nostro cassone, come affermato in modo fuorviante da Rackham (1930 e 1940). Eberhardt (2010) notava che a causa di mere somiglianze iconografiche con il “Trionfo della Castità” veronese, a Liberale sono stati attribuiti anche due disegni, uno con lo stesso soggetto della Fondation Custodia di Parigi, l’altro con il “Trionfo di Cibele” dell’Art Institute di Chicago (Byam Shaw 1981; ibi 1983; Ruggeri 1981; Buijs, de Scheemaker 1996; Folds McCullagh 1997) che però divergono stilisticamente dai disegni autografi dell’artista.||||(da Hans-Joachim Eberhardt 2010, pp. 227-229)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715184
- NUMERO D'INVENTARIO 48
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0