Annunciazione. Vergine

dipinto,

Il riquadro pittorico si inserisce sopra l'arco dell'edicola che sormonta un altare laterale posto sul lato destro dell'aula. La scena, resa sui toni del rosa e del bianco, è inquadrata da una doppia fascia: a finto marmo quella interna e con decori impressi a stampo quella esterna, in particolare nei bordi laterali. Al centro si colloca un Kantharos dallo stelo sottile e le grandi anse, nel quale sono poste piccole rose. A destra si inserisce l'angelo dal capo aureolato, le mani incrociate sul petto e i lunghi e fluenti capelli biondi. È vestito di una tunica rosa, con corpetto stretto al petto su una bianca camicia. Davanti, colta di sorpresa, la Vergine distoglie lo sguardo dal libro, spaventata dall'apparizione. Il capo è cinto in un velo leggero che ricade sulle spalle, impreziosito da una fitta bordura di perline. La veste fascia il corpo sottile della donna e risulta stretto in vita da un piccolo cordino. La stanza della Vergine è resa con pochi dettagli, ma estremamente eleganti. In alto la tenda è tirata verso destra, lasciando intravedere la muratura che delimita la visuale. Il leggio ben scorciato dona profondità alla scena. Un primo intervento di restauro fu eseguito nel 1995, mentre successivamente ai terremoti del 2009 e del 2016, si è reso necessario un nuovo intervento conservativo al termine del quale si è rilevata finalmente leggibile la data 1495 riportata nel sottarco, la quale deve ritenersi attestante la conclusione della decorazione dell'altare, ivi compreso il riquadro sovrastante dell'Annunciazione. Decorazione che, a causa delle analogie che presenta con altri altari ad edicola della stessa epoca presenti nel capoluogo (chiese di San Pietro di Coppito, San Silvestro, Santa Maria del Soccorso) e nel contado aquilano (Santa Maria ad Cryptas a Fossa) è da considerare il prodotto di una operosa bottega attiva a L'Aquila tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo

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