Musico. ritratto di musico
dipinto,
ca. 1480 - ca. 1485
Leonardo Da Vinci (1452-1519)
1452-1519
Tavola in noce spessa 5 mm raffigurante un rìritratto maschile di musico.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Leonardo Da Vinci (1452-1519)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Ambrosiana. Collezione della Pinacoteca Ambrosiana
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Ambrosiana - complesso
- INDIRIZZO Piazza Pio XI 2, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'uso di una tavola in noce, raro in Lombardia, ricorre nel dipinto raffigurante la "Dama con l'ermellino", conservato al Museo Czartoryski di Cracovia, e nella "Belle Ferroniére" del Louvre. Il dipinto è steso su una preparazione bruno rosata, secondo i precetti leonardeschi. Non si conosce la provenienza dell'opera, anche se diverse ipotesi sono state formulate. Il primo Inventario che ne da notizia in Ambrosiana è quello del 1685, indicando la tavola come ritratto del Duca di Milano. La pubblicazione di un inventario dei dipinti di casa Visconti a Milano, del 1692-1714, che menziona sotto la voce "Leonardo", il ritratto di un Musico, ha portato ad ipotizzare che l'opera potesse trovarsi in casa Visconti, per poi essere donata a Federico Borromeo dopo il 1624, anno del "Musaeum", o anche più tardi, prima del 1685. Nell'Ottocento l'opera è attribuita a Bernardino Luini e quindi ad Ambrogio de' Predis. La critica novecentesca accetta l'attribuzione a Leonardo da Vinci. La perfetta autografia è ribadita più volte da Marani (1985). Nel frattempo Carlo Pedretti collega un passo leonardesco sulla dilatazione delle pupille, in relazione alla diminuzione della luce, alla leggera diversità della pupilla destra rispetto a quella sinistra nel ritratto ambrosiano, come se il personaggio fosse stato colto nell'attimo in cui le pupille si allargano mentre la luce si affievolisce. Il personaggio ritratto è un musicista, come ha rivelato il cartiglio scoperto dalle ridipinture in occasione del restauro del 1905. Forse Franchino Gaffurio, maestro di cappella del Duomo di Milano fino al 1484 al quale alluderebbe la scritta leggibile sul cartiglio "Cant / Ang", riferita al trattato "Angelicum ac divinum opus", pubblicato a stampa dal Gaffurio nel 1508. Altre ipotesi riguardano Jean Cordier di Bruges, alla corte sforzesca fino al 1496, oppure Angelo Testagrossa, maestro di canto di Isabella d'Este, o ancora Atalante Migliorotti, amico di Leonardo nato nel 1466, che l'accompagnò a Milano e che doveva recitare a Marmirolo presso Mantova nel 1490 nell'"Orfeo" del Poliziano. Una recente ipotesi individua nel musico Josquin des Prez, attestato a corte nel 1481, al quale alluderebbero le parole sul cartiglio che dovrebbero venir sciolte in "Contratenor Cantuz Altuz", in riferimento a un mottetto molto frequente nelle opere di Josquin. La datazione proposta è il 1485, sulla base di una affinità con la testa dell'angelo sulla destra della "Vergine delle Rocce" del Louvre, e comunque antecedente la "Dama con l'ermellino" di Cracovia, datata 1488-1489. L'opera si pone come paradigma di una fase transitoria che, dalla "Vergine delle Rocce", conduce alla piena espressione dell'arte di Leonardo nella pittura murale del Refettorio delle Grazie, occupando un posto di tutto rilievo nella sequenza delle opere realizzate a Milano da Leonardo (Marani, 2004)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Biblioteca Ambrosiana
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002||2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0