Leda e il cigno. Metamorfosi

dipinto,
Primon, Michele (attribuito)
post 1641 - ante 1711

L'ovale rappresenta l'episodio di Leda e il cigno. In primo piano a sinistra sono raffigurate le effusioni tra i due amanti: la donna è seduta su una roccia, i piedi nudi posati a terra con il sinistro più avanzato, la mano sinistra che trattiene la lunga veste color zafferano, lasciando scoperta gran parte della gamba sinistra; anche il seno è in vista, messo in risalto dal bordo bianco della veste, ripreso nelle maniche a sbuffo a tre quarti; la vita è segnata da un cinturino. In linea con la lectio ovidiana (Amori, II, 4), Leda ha i capelli scuri, raccolti sul capo e adornati con dei monili, porta dei bracciali al polso e alle caviglie e orecchini a pendente. Il volto di profilo sinistro è chinato a sfiorare dolcemente la fronte e il becco del cigno, mentre la mano destra gli accarezza il collo. Il bianco cigno è in piedi alla sua sinistra, le grandi ali aperte sulla schiena. Sta dritto in piedi sulle lunghissime zampe, che ricordano quelle di un airone, come al medesimo uccello rimanda il becco affilato. Il petto gonfio e proteso in avanti preme contro il ventre di Leda in un rimando all'atto sessuale, non reso però esplicitamente. Dietro i due amanti una tenda rossa scende dalla cornice a mo' di sipario, garantendo l'intimità del momento. In secondo piano sulla destra dalla spaccatura di un grande uovo posato a terra sbucano due bambini, già ben formati: uno è raffigurato di fianco destro con il capo verso la cornice esterna, riverso, gli occhi rivolti al cielo e il braccio destro appoggiato esternamente al guscio; l'altro infante, il busto di prospetto completamente sollevato e le braccia spalancate sopra la testa, ha lo sguardo rivolto di fronte a sè in direzione della madre. Non vi sono attributi che permettano di definire il sesso e l'identità dei due bambini, ma per sottrazione dovrebbe trattarsi di Elena e Clitennestra. L'altro uovo si trova in posizione più arretrata, sopra le fronde in un albero: anche da questo sono nati due bambini, che si abbracciano, forse a identificare i Dioscuri. Entrambi i bambini sono raffigurati seduti dentro l'uovo, quello più avanzato rispetto allo spettatore ha le gambe distese, l'altro è accucciato; del primo si vedono il braccio sinistro e il petto, mentre il destro cinge il compagno; il secondo protende in avanti il braccio destro, che si appoggia al petto del fratello. Ambedue rivolgono lo sguardo verso gli amanti in primo piano. Accanto all'albero, su cui posa l'uovo, è raffigurata un'altra pianta, più indietro spuntano ulteriori fronde, ad indicare una radura boschiva. Sullo sfondo ripide e brulle montagne creano un punto di fuga centrale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a mezzo fresco
  • ATTRIBUZIONI Primon, Michele (attribuito): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Cavalli
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco segue la versione degli Inni Omerici, la quale racconta che dall'unione tra Giove e la bella mortale nacquero, da due diverse uova, i gemelli Castore e Polluce ed Elena e Clitennestra: mentre in Ovidio, Metamoforsi, VI, 109, si fa cenno soltanto all'unione tra gli amanti, le versioni moralizzate di Giovanni Bonsignori (VI, p. 16) e di Niccolò degli Agostini (VI, p. 60v) accennanno anche alla schiusa delle uova con la doppia coppia di gemelli, come mostrato nell'affresco. I Dioscuri sono raffigurati in una posa che intende forse ricordare quella del bambino presente nella Leda e il cigno, variamente attribuita ad Andrea Del Sarto o a Pontormo, presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Gli affreschi sono oggi unanimamente attribuiti al frescante padovano Michele Primon sulla scorta di un confronto stilistico con la produzione (siglata) in Villa Contarini a Piazzola sul Brenta. A confermare l'attribuzione interviene anche l'inventario delle collezioni della famiglia Cavalli, redatto il 6 luglio 1722 dal pittore Zuanne Scopin, oggi irrintracciabile ma pubblicato da Pompeo Gherardo Molmenti nel suo volume del 1880, il quale recita: "Dieci quadri dipinti a fresco, tre sopra porte, sei sottobalconi, dieci sotto ovadi, sei soprabalconi, due medaglie con puttini e fiori et adornamento alle due porte, una va sopra le mura, l’altra in giardin; il tutto di mano di Primon"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500699529-5.2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Università degli Studi di Padova
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

FA PARTE DI - BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Primon, Michele (attribuito)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'