Battesimo di S. Eustachio

dipinto ca 1380 - ca 1380

Tavola trilobata a fondo oro con cornice non coeva a tabernacolo cuspidato. La cornice è anch'essa dorata, dotata di colonnine tortili e arricchita con girali a rilievo. La tavoletta a tempera era originariamente parte di un polittico che fungeva da custodia d'altare per la statua S. Eustachio: prima dello smembramento del complesso, la sua forma era rettangolare, in seguito fu trasformato in un altarolo sagomato a cuspide. L'iconografia riprende la tradizionale rappresentazione di Placido - già generale di Traiano, poi convertitosi al cristianesimo col nome di Eustachio - battezzato al cospetto della sua famiglia (la moglie Teopista è con i figli Teopisto e Agapio, entrambi santi martiri). La tavola presenta sul retro un sigillo in ceralacca verde (cfr. Catalogo Asta Pandolfini 2013), forse da ricondursi alla collezione de Grüneisen (Nicoletti 2008, p. 15)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ doratura/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Campo Di Giove (sec. Xiv)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Abruzzese
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella chiesa di S. Eustachio a Campo di Giove fino al 1902 si conservava una custodia d’altare composta da 2 scomparti dipinti con Storie della vita di S. Eustachio (16 scene totali), al cui interno giaceva la statua del patrono cittadino (oggi a Sulmona, presso la Curia). In seguito al furto del 6 ottobre 1902, gli scomparti della custodia passarono a Firenze e i singoli episodi furono smembrati e dispersi. La tavoletta con il Battesimo del santo, collocata nel primo registro superiore del polittico, passò prima del 1923 alla collezione fiorentina di Wladimir de Grüneisen (Nicoletti 2008, p. 15), storico dell’arte russo e bizantinista, che pubblicò l’opera come scuola di Simone Martini (catalogo della sua raccolta personale, 1923; cfr. Nicoletti 2008 e catologo Pandolfini 2013). La vicenda critica non ha trovato gli studiosi concordi nella definizione univoca del retroterra del maestro che dipinse le storie: dall’ambito abruzzese (Raimond van Marle), al marchigiano (Federico Zeri), sino a quello toscano (Marvin Eisenberg), fu Roberto Longhi a proporre l’anonima personalità del Maestro di Campo di Giove, attribuzione posta al verso di una fotografia del Battesimo conservata in Fondazione Longhi (riconoscimento databile tra il 1952 ed il 1970). Recentemente Cristiana Pasqualetti, ha circoscritto l’ambito del maestro - forse da identificarsi con Nicola Olivieri della Pietranziera - “dal percorso tutto abruzzese, rivolto a modelli umbri”, precisandone una “vicenda professionale interamente compresa entro il tracciato appenninico della via degli Abruzzi” (Pasqualetti 2014, pp. 105-106). Alla fine degli anni Ottanta, l’opera in esame “transita dalla Galleria Lorenzelli di Bergamo per entrare in una raccolta privata della città” (Nicoletti 2014, p. 85)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303270192
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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