Prigione

decorazione plastica, post 1578 - ca 1580
Segala Francesco (attribuito)
notizie dal 1558/ 1592

Monumento costituito da busto ritratto poggiato su mensola affiancato da coppia di prigioni a figura intera: il monumento, collocato immediatamente sopra il cornicione corrente alle pareti, è inserito nel più ampio complesso decorativo incorniciante la finestra, caratterizzato da una decorazione a rilievo in stucco a panoplie e trofei

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura
  • MISURE Altezza: 1,60 m
    Lunghezza: 3,20 m
  • ATTRIBUZIONI Segala Francesco (attribuito): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento si compone di un busto ritratto su mensola e da due figure di prigioni collocate lateralmente, sedute sul cornicione in stucco continuo. In assenza di dati documentari, questo e gli altri monumenti ai capitani della camera sono attribuiti per via stilistica al padovano Francesco Segala, autore degli stucchi della sala dei Marchesi: una lettera inviata da Mantova il 6 ottobre 1579, pubblicata da Luzio (1913, p. 35, n. 1), sollecita infatti l'artista a fare ritorno da Venezia “a fornire la sala dei Marchesi e a far le teste delli cardinali per la Galleria” (cfr. Gozzi 1976, p. 51; Bazzotti, Berzaghi 1986, pp. 12-13; Bacchi 1999, p. 388; Koering 2013, p. 337); L'Occaso (2009, p. 107), invece, assegna ipoteticamente i ritratti dei Gonzaga al modenese Jacopo di Ughetto, già responsabile della decorazione in stucco della sala di Manto (1576). Da un punto di vista compositivo, il monumento ripropone il modello dei gruppi della Sala dei Principi di Palazzo Thiene a Vicenza, opera di Alessandro Vittoria (1552): un ulteriore dato a conferma della prima attribuzione. Il busto ritrae Luigi Gonzaga, primo capitano generale del popolo di Mantova e vicario imperiale (1328-1360: per il profilo biografico si rinvia ad Amadei, Marani 1978, pp. 17-18 e a Tamalio in Monete Medaglie 1997, pp. 52-53). Il personaggio, di età avanzata, è caratterizzato da baffi spioventi e barba a ciocche fino alle clavicole; indossa un morbido berretto, una veste damascata e un mantello con risvolti allacciato sotto il mento. Il ritratto segue il modello dell'immagine in età matura del capitano, di cui un precoce esempio potrebbe ravvisarsi, secondo L'Occaso (2004), nell'affresco della Crocifissione del Palazzo del Capitano, databile secondo lo studioso attorno al 1340; non presenta, invece, il cappuccio dalla lunga falda sulla fronte che connota la tradizionale e più diffusa iconografia del personaggio, testimoniata per la prima volta negli affreschi del terzo quarto del XIV secolo della cappella Gonzaga nella chiesa di san Francesco a Mantova. Il ritratto – ripetuto, nello stesso ambiente, nel murale del “Giuramento” – mostra particolari tangenze iconografiche con il ritratto in stucco del capitano nella Galleria degli Antenati di Palazzo Ducale a Sabbioneta (1565-1567, cfr. Ventura 1991, pp. 60-63, n. 9) e con il ritratto ligneo, residuo della statua equestre policroma attribuita a scultore veneziano, conservato nello stesso Palazzo: del primo ricalca veste e mantello, del secondo il tipo, meno frequente, di cappuccio con profilo risvoltato (Ventura 1991, pp. 154-155, n. 52). Il monumento è stato restaurato dallo scultore Clinio Lorenzetti tra 1925 e 1929, sotto la direzione di Cottafavi (Cottafavi 1929): gravemente deteriorato da cadute, fu consolidato e completato senza “grave pericolo di arbitrio poiché ferri di sostegno indicavano linee e atteggiamenti di mani, di braccia, e di gambe” (Cottafavi 1929). Tra 1963 e 1964 la ditta Coffani, impegnata nel restauro dell'apparato plastico della camera, procede alla rimozione di calce sovrammessa e vecchie chiavarde in ferro, consolidando gli stucchi con mastice e chiavarde in rame (Valli 2014, p. 501). Risale, infine, al 1990 una relazione sullo stato conservativo del murale e dell'apparato plastico della camera a firma di Marcello Castrichini (AsoMn, Arch. Relazioni Restauro, MN. 129), nella quale si evidenza: “molte fratture hanno interessato le figure e causato anche delle perdite. Precedenti restauri hanno sanato questi danni con fissaggi, stuccature ampiamente debordanti e rifacimenti veri e propri […]. Anche se non esistono vere e proprie minacce di cadute sono da registrare ancora delle lesioni in alcune figure dei due gruppi ai lati del dipinto murale”, tra cui il monumento in esame
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267674-5
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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