scene di battaglia
Cinque cammei ovali a figure bianche su fondo blu sono dipinti in corrispondenza dei punti mediani di altrettanti segmenti della cornice rossa che perimetra l’area centrale della volta. Gli ovali sono collocati in correlazione con le vele che recano all’interno clipei monocromi rossi. Al clipeo con nave romana della parete di ingresso corrisponde un cammeo con concitata battaglia tra quattro soldati. L’ovale al centro della parete est, sopra la Lupa Capitolina, raffigura un’ulteriore scena di guerra in cui cavalieri affrontano soldati appiedati. La presentazione di doni ad un generale è il soggetto del cammeo a sinistra della parete sud, sopra l’allegoria della Fortuna. A ovest sono presenti due ovali sovrapposti l’uno al clipeo con soldato che guida la carica a cavallo (lato finestra), l’altro con la riproduzione di un sesterzio (Judea capta nel lato porta); si tratta rispettivamente di cammei con le raffigurazioni di un uomo scortato (?) da due armati sullo sfondo di complesse architetture classiche e di una scena di battaglia presso lo stilobate di un tempio tra un cavaliere ed un oplita a piedi armato di lancia
- OGGETTO decorazione pittorica
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a secco
intonaco/ pittura a tempera
muratura/ intonacatura
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ATTRIBUZIONI
Leonbruno Lorenzo (e Aiuti): pittore
- LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Primo ambiente dell’appartamento di Grotta, la Sala della Scalcheria, dalla denominazione ereditata in epoca asburgica per aver ospitato l’ufficio che curava l’amministrazione di Palazzo Ducale, è spesso identificata nelle fonti dell’Archivio Gonzaga, come ‘Camera granda’ (il termine, non va trascurato, era anche utilizzato per la designazione di altri ambienti, magari accompagnato da ulteriori determinazioni). E’ il mandato di pagamento del 22 aprile del 1523 verso l’artista mantovano Lorenzo Leonbruno a determinare il suo impegno nell’apparato decorativo della sala: “Magnifico domino Thexaurario […] facia pagamento a magistro Lorenzo Liombruno pictor per altri tanti per lui spesi in depintori et doratori […] et la dita camera fu comencha adì 2 de aprile 1522 et è sta’ fornita […] adì 14 de decembre 1522” (ASMn, Archivio Gonzaga, Autografi, b. 7). In seguito alla precisazione dell’estensione del locale in braccia mantovane, nel documento si snocciolano i singoli apporti decorativi accompagnati dalla quantificazione di spesa: il riquadro bianco a grottesche della volta, l’oculo centrale dipinto ad olio, i cammei a fondo dorato con busti monocromi, le velette a fondo blu con grottesche, le lunette, gli intrecci fitomorfi alla moresca (conservati soltanto nello strombo della finestra sinistra: originariamente dovevano dar luogo ad una spalliera di verzura che ricopriva la parte inferiore delle pareti); unicamente il dipinto del sovracamino non è ricordato. La determinazione stringente di una messa in opera così serrata compresa tra il 2 di aprile ed il 14 di dicembre del 1522, fornisce la misura per intendere le differenti e molteplici personalità che lavorarono per il Leonbruno, pagato per “aver fatto dipinzer”, quale coordinatore di una équipe di specialisti “depintori et doratori”. Anche se le indicazioni vanno contestualizzate e valutate per quelle di un documento amministrativo, risulta chiaro che la richiesta e l’aspettativa non erano quelle di un precipuo intervento diretto del maestro. L’alta qualità del risultato mostra comunque una certa differenziazione tra un ‘fare grande’ presente nelle lunette, nell’oculo (nonostante le compromettenti ridipinture) e nello stesso camino, contrapposto alla pittura lenticolare in punta di pennello riservata alle minuziose e cavillose grottesche (la distinzione è data anche a livello tecnico per via delle diverse figurazioni da rappresentare: campiture fini a tempera per le grottesche, buon fresco per l’ampiezza pittorica del ciclo). Certo non va sottaciuto il breve soggiorno romano di Leonbruno nel 1521, proprio a ridosso del principio dei lavori. [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267432-3.2
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0