scena di sacrificio

decorazione pittorica 1522 - 1522

In corrispondenza di ciascuna intersezione tra la cornice rossa che perimetra la volta e lo spigolo delle cornici in stucco delle vele, sono dipinti due parallelogrammi con scene a monocromo. Sul fianco di accesso alla sala è una coppia di tali cartigli in verde. Se nel parallelogramma di destra non si è conservata alcuna figurazione, in quello di sinistra è tracciato un cavaliere rampante tra soldati appiedati. Proseguendo in senso orario, la prima vela della parete est è accompagnata da due placchette affrontate. In quella blu di sinistra forse vi si identifica un putto, mentre in quella verde di destra un uomo maturo è accanto ad un giovane stante che compie un gesto indeterminato (beve o sta per vibrare un colpo?); la seconda vela della parete accosta una placca nera ad una blu entrambe con coppie di figure appena abbozzate. Incorniciano la vela sulla parete delle finestre due parallelogrammi verdi che mostrano rispettivamente: un uomo mentre frusta un prigioniero legato e un viandante in cammino con il suo asino. La vela della parete ovest (lato finestra) ha un cartiglio blu vuoto ed uno verde entro il quale tre figure si avvicinano ad un oggetto non identificabile.Un uomo con vitello presso l’ara sacrificale e due fauni davanti ad un idolo-erma compaiono nell’ultima coppia

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a secco
    intonaco/ pittura a tempera
    muratura/ intonacatura
  • ATTRIBUZIONI Leonbruno Lorenzo (e Aiuti): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Primo ambiente dell’appartamento di Grotta, la Sala della Scalcheria, dalla denominazione ereditata in epoca asburgica per aver ospitato l’ufficio che curava l’amministrazione di Palazzo Ducale, è spesso identificata nelle fonti dell’Archivio Gonzaga, come ‘Camera granda’ (il termine, non va trascurato, era anche utilizzato per la designazione di altri ambienti, magari accompagnato da ulteriori determinazioni). E’ il mandato di pagamento del 22 aprile del 1523 verso l’artista mantovano Lorenzo Leonbruno a determinare il suo impegno nell’apparato decorativo della sala: “Magnifico domino Thexaurario […] facia pagamento a magistro Lorenzo Liombruno pictor per altri tanti per lui spesi in depintori et doratori […] et la dita camera fu comencha adì 2 de aprile 1522 et è sta’ fornita […] adì 14 de decembre 1522” (ASMn, Archivio Gonzaga, Autografi, b. 7). In seguito alla precisazione dell’estensione del locale in braccia mantovane, nel documento si snocciolano i singoli apporti decorativi accompagnati dalla quantificazione di spesa: il riquadro bianco a grottesche della volta, l’oculo centrale dipinto ad olio, i cammei a fondo dorato con busti monocromi, le velette a fondo blu con grottesche, le lunette, gli intrecci fitomorfi alla moresca (conservati soltanto nello strombo della finestra sinistra: originariamente dovevano dar luogo ad una spalliera di verzura che ricopriva la parte inferiore delle pareti); unicamente il dipinto del sovracamino non è ricordato. La determinazione stringente di una messa in opera così serrata compresa tra il 2 di aprile ed il 14 di dicembre del 1522, fornisce la misura per intendere le differenti e molteplici personalità che lavorarono per il Leonbruno, pagato per “aver fatto dipinzer”, quale coordinatore di una équipe di specialisti “depintori et doratori”. Anche se le indicazioni vanno contestualizzate e valutate per quelle di un documento amministrativo, risulta chiaro che la richiesta e l’aspettativa non erano quelle di un precipuo intervento diretto del maestro. L’alta qualità del risultato mostra comunque una certa differenziazione tra un ‘fare grande’ presente nelle lunette, nell’oculo (nonostante le compromettenti ridipinture) e nello stesso camino, contrapposto alla pittura lenticolare in punta di pennello riservata alle minuziose e cavillose grottesche (la distinzione è data anche a livello tecnico per via delle diverse figurazioni da rappresentare: campiture fini a tempera per le grottesche, buon fresco per l’ampiezza pittorica delle lunette). Certo non va sottaciuto il breve soggiorno romano di Leonbruno nel 1521, proprio a ridosso del principio dei lavori. [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267432-3.3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

FA PARTE DI - BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Leonbruno Lorenzo (e Aiuti)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1522 - 1522

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'