scena di sacrificio

rilievo,

In corrispondenza degli angoli della volta, quattro ovali in stucco sono disposti attorno all’oculo centrale, col quale condividono una tipologia similare di cornice a fasce in rilievo (un profilo esterno ad ovoli ed uno interno a perline, cadenzati da sagome lisce dorate). All’interno l’ovale mostra una partitura di fondo puntellata in aggetto e dipinta in color oro. L’immagine plastica presenta un soggetto mitologico diverso per ciascun ovale. Nel primo è raffigurato Ercole che si appoggia sulla clava e tiene al guinzaglio l’infernale cane a tre teste Cerbero. Il secondo mostra una divinità femminile in vesti militari, reggente sulla mano sinistra un disco lunare e stante tra un altare dal quale esce una serpe e tra l’erma votiva di un idolo cornuto (Minerva Medica da Ventura 1995). Una nereide in sella ad un cavallo lanciato a nuoto fra le onde occupa il terzo clipeo, mentre nell’ultimo compare una figura maschile che alimenta la pira sacrificale di un altare, mentre appoggia l’altra mano ad un bastone cui si attorciglia un serpente (identificato in maniera dubitativa con Apollo Aziaco da Ventura 1995)

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA stucco/ intonacatura
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Leonbruno Lorenzo (e Aiuti): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Primo ambiente dell’appartamento di Grotta, la Sala della Scalcheria, dalla denominazione ereditata in epoca asburgica per aver ospitato l’ufficio che curava l’amministrazione di Palazzo Ducale, è spesso identificata nelle fonti dell’Archivio Gonzaga, come ‘Camera granda’ (il termine, non va trascurato, era anche utilizzato per la designazione di altri ambienti, magari accompagnato da ulteriori determinazioni). E’ il mandato di pagamento del 22 aprile del 1523 verso l’artista mantovano Lorenzo Leonbruno a determinare il suo impegno nell’apparato decorativo della sala: “Magnifico domino Thexaurario […] facia pagamento a magistro Lorenzo Liombruno pictor per altri tanti per lui spesi in depintori et doratori […] et la dita camera fu comencha adì 2 de aprile 1522 et è sta’ fornita […] adì 14 de decembre 1522” (ASMn, Archivio Gonzaga, Autografi, b. 7). In seguito alla precisazione dell’estensione del locale in braccia mantovane, nel documento si snocciolano i singoli apporti decorativi accompagnati dalla quantificazione di spesa: il riquadro bianco a grottesche della volta, l’oculo centrale dipinto ad olio, i cammei a fondo dorato con busti monocromi, le velette a fondo blu con grottesche, le lunette, gli intrecci fitomorfi alla moresca (conservati soltanto nello strombo della finestra sinistra: originariamente dovevano dar luogo ad una spalliera di verzura che ricopriva la parte inferiore delle pareti); unicamente il dipinto del sovracamino non è ricordato. La determinazione stringente di una messa in opera così serrata compresa tra il 2 di aprile ed il 14 di dicembre del 1522, fornisce la misura per intendere le differenti e molteplici personalità che lavorarono per il Leonbruno, pagato per “aver fatto dipinzer”, quale coordinatore di una équipe di specialisti “depintori et doratori”. Anche se le indicazioni vanno contestualizzate e valutate per quelle di un documento amministrativo, risulta chiaro che la richiesta e l’aspettativa non erano quelle di un precipuo intervento diretto del maestro. L’alta qualità del risultato mostra comunque una certa differenziazione tra un ‘fare grande’ presente nelle lunette, nell’oculo (nonostante le compromettenti ridipinture) e nello stesso camino, contrapposto alla pittura lenticolare in punta di pennello riservata alle minuziose e cavillose grottesche (la distinzione è data anche a livello tecnico per via delle diverse figurazioni da rappresentare: campiture fini a tempera per le grottesche, buon fresco per l’ampiezza pittorica del ciclo). Certo non va sottaciuto il breve soggiorno romano di Leonbruno nel 1521, proprio a ridosso del principio dei lavori. [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267432-1.7
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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