Madonna del Rosario

dipinto, post 1793 - ante 1793

Al centro del quadro si vede la Madonna raffigurata in piedi con Gesù Bambino sorretto con il braccio sinistro, mentre con il braccio destro mostra un rosario; ai suoi piedi vi sono due angioletti uno dei quali tiene in mano un altro rosario e l'altro tiene due corone di rose

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • ATTRIBUZIONI Teosa Giuseppe (1758-1760/ 1848): iniziatore del dipinto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Faglia-Torri
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto era un tempo la pala dell'altare maggiore della chiesa clarense di Santa Maria maggiore ed è entrato in Pinacoteca, con ogni probabilità, in seguito alla realizzazione della nicchia dove oggi è ricoverata l'immagine della Madonna con il Bambino scolpita nel 1938 da Pietro Repossi. Seppure firmata da Giovan Battista Teosa, padre del più famoso Giuseppe, la tela era segnalata da Luigi Rivetti che la vedeva ancora in loco, in base ad alcuni documenti, come opera di Giuseppe e come tale era ritenuta anche da Bianca Spataro e da Marco Tanzi. Al contrario Terraroli non recensisce l'opinione del Rivetti limitandosi a indicare come autore, sulla base della sola firma, Giovan Battista Teosa e a collocare la tela genericamente attorno agli anni Novanta del Settecento. Al contrario l'indicazione di Rivetti è, a tutti gli effetti, supportata da documenti che indicano come il 1 giugno 1793 venivano pagate 70 lire "per la pallettina della Beata Vergine in Coro fatta dal Sig. Giuseppe Taosa" (Archivio Parrocchiale di Chiari, Sussidiarie, busta: Fondiarie, Cappellanie, assegni e riduzioni di Messe, Autentiche di Reliquie, Indulgenze, Predicatori, Legato Baglioni, libro: Estratto de Capitali, o loro Livelli ed obligazioni della Veneranda Scuola del Santissimo Rosario, f. 20v; pubblicato in Rivetti, 1918, p. 10 nota 1). L'immagine, inoltre, secondo la testimonianza del prevosto Stefano Antonio Morcelli, nelle sue manoscritte Memorie della Prepositura Clarense, fu benedetta ed esposta per la prima volta il 2 giugno 1793. Questi documenti, oltre a fissare la data esatta di esecuzione dell'opera, commissionata dalla Scuola del Santo Rosario di Chiari, indicano anche che - seppure firmata da Giovan Battista Teosa - la tela subì almeno qualche modifica da parte di Giuseppe che dovette intervenire sul lavoro del padre, all'epoca di circa 73 anni, forse portandolo a compimento. Il dipinto, comunque, complice anche lo stato di conservazione non ottimale e i molti ritocchi che lo interessano, presenta notevoli squilibri sia compositivi che qualitativi; una certa rigidezza delle figure, gli sguardi imbambolati e diverse approssimazioni nella conduzione delle anatomie fanno di quest'opera non certo la migliore delle prove di Giovan Battista, pittore per lo più corretto, seppure dai contorni rigidi e taglienti, com'è ben visibile nel Ritratto del prevosto Pietro Faglia della stessa Pinacoteca Repossi (inv. D00106). Forse da assegnare alla mano di Giuseppe è, invece, il manto azzurro della Vergine, dalle mobili morbidezze cromatiche e di disegno
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300641776
  • NUMERO D'INVENTARIO D00010
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - IOAN. BATT. TAOSA Fecit - corsivo/ lettere capitali - a pennarello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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