San Luigi Gonzaga presenta i fanciulli alla Madonna con Bambino
dipinto,
post 1793 - ante 1793
Teosa Giuseppe (1758-1760/ 1848)
1758-1760/ 1848
Su uno sfondo architettonico san Luigi Gonzaga riceve da Gesù Bambino un giglio bianco; il santo accompagna davanti alla Vergine alcuni bambini in atteggiamento devoto; sulla sinistra un gruppo di bambini è escluso dall'incontro a causa della loro condotta non casta.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
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ATTRIBUZIONI
Teosa Giuseppe (1758-1760/ 1848)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dall'oratorio dedicato a san Luigi Gonzaga, annesso al Ginnasio (attuale palazzo della Fondazione Morcelli-Repossi) ove è ora sostituito da una copia. Rivetti ricorda più volte che la tela fu realizzata dal Teosa nel 1793 sulla base della testimonianza del prevosto Stefano Antonio Morcelli che, nel manoscritto delle sue Memorie della Prepositura Clarense, ricorda come in quell'anno "fu aggiunta la tribuna alla chiesa delle scuole", ossia fu costruito l'attuale piccolo presbiterio di forma semicircolare e la chiesa così ristrutturata fu benedetta dallo stesso prevosto il 13 gennaio 1793. Pare, quindi, legittimo credere che l'artista, impiegato dal Morcelli per diverse opere proprio in quel giro di anni, ricevesse anche questa commissione portando a termine il dipinto verso l'inizio di gennaio del 1793. La composizione, assai complessa nella sua struttura, mette in scena l'omaggio da parte di un gruppo di giovanetti di un giglio, simbolo di purezza, che per mano del santo viene donato al Bambino Gesù, seduto in grembo alla Vergine. Un altro gruppo di bambini, uno dei quali raffigurato in pianto con in mano un giglio spezzato (facile metafora della purezza perduta) assiste pure alla scena mistica. Giuseppe Teosa, come ha ben indicato Terraroli, rifugge dalle simmetrie rigide e schematiche della pala neoclassica, proponendo una struttura decentrata e articolata di chiara ispirazione tardo settecentesca (nella quale si avverte l'eco del magistero batoniano) e disponendo i personaggi principali sulla diagonale. Al gusto già pienamente neoclassico inclina, invece, la tavolozza dai colori freschi e talvolta raffreddati - rimessi in luce nella loro preziosa declinazione dal recente restauro - che in parte smentiscono la discendenza dal Batoni, e i particolari dell'abbigliamento dei giovanetti descritto con estrema dovizia di particolari. Questa insistenza sui particolari e l'impiego di cromie fortemente schiarite dalle tonalità smaltate è caratteristica delle opere giovanili del Teosa come, ad esempio la Sant'Agnese, realizzata nel 1794 per la cappella della Madonna delle Grazie nella parrocchiale di Chiari; in seguito, pur non abbandonando la tavolozza schiarita, l'artista inclinerà a una maggiore semplificazione - di ascendenza piuttosto neoclassica - nella resa dei particolari e delle decorazioni e nella strutturazione delle figure dotate in seguito di maggiore statuaria sodezza. D'altro canto questa tela presenta già tutti i caratteri tipologici e fisionomici che saranno tipici dell'artista anche nella fase tarda della sua carriera come, ad esempio, nei due affreschi delle pareti laterali del presbiterio della clarense chiesa della Beata Vergine di Caravaggio, compiuti nel 1827 - dei quali si conservano i disegni preparatori nella Pinacoteca Repossi (inv. nn. D00147-D00148) - nei quali si osserva, però, una maggiore simmetria nella disposizione dei personaggi e un maggiore coordinamento tra le figure e l'impianto monumentale dello sfondo.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0