Ritratto di Stefano Antonio Morcelli

dipinto ca 1792 - ca 1795

Raffigurazione del solo volto di Stefano Antonio Morcelli girato verso destra e con lo sguardo rivolto all'osservatore

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • MISURE Altezza: 37,8 cm
    Larghezza: 29,7 cm
  • ATTRIBUZIONI Teosa Giuseppe (1758-1760/ 1848)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Faglia-Torri
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella prima versione della vita di Giuseppe Teosa, Luigi Rivetti affermava che un ritratto del prevosto Morcelli dipinto dal Teosa era stato presentato dal prevosto Giovanni Turotti alla Esposizione della pittura bresciana a cura dell'Ateneo di Brescia nel 1878. Lo storico, passando in rassegna i tre dipinti raffiguranti l'insigne epigrafista (uno conservato nella sagrestia del Duomo, uno in Canonica e uno all'Orfanotrofio maschile) si domandava quale dei tre fosse quello eseguito dall'artista clarense. Nella seconda versione Rivetti passa, invece, ad attribuire al Teosa tutti e tre i ritratti del Morcelli; così anche la critica successiva ha ritenuto che a lui andassero attribuiti tutti e tre i dipinti. La prima domanda posta dal Rivetti non è, tuttavia, oziosa poiché la qualità pittorica dei tre dipinti è abbastanza differente, seppure si possa, in linea di massima, continuare a sostenere l'autografia del gruppo di opere morcelliane. Di tutti è, però, qualitativamente più alto il dipinto oggi conservato nella Pinacoteca Repossi (proveniente dall'Orfanotrofio femminile) che riprende solo il viso del Morcelli. La caratterizzazione del volto è molto marcata, attenta la resa dei particolari e profondo lo scavo psicologico. L'artista mette in risalto con spietata analiticità tutti gli elementi che caratterizzano la fisionomia morcelliana, presumibilmente all'altezza del 1791, quando l'ex gesuita, riguadagnata la natia Chiari, ne diveniva prevosto. Per aumentare la concentrazione sulla figura, il Teosa ha limitato (come si è detto) al solo volto la ripresa del soggetto e l'ha fatto emergere da un fondo scuro sul quale si confonde perdendosi l'abito nero clericale. Più che altrove in questo ritratto Teosa si dimostra abilissimo colorista e attentissimo scrutatore dei moti interiori. Rispetto ad altri ritratti a lui attribuiti nei quali la matrice compositiva neoclassica diviene preponderante, in questo si nota una totale indipendenza dai modelli contemporanei e uno studio quasi 'fiammingo' della figura, isolata e quasi astratta dai particolari di contorno e perciò scrutata nei suoi valori più profondi e reali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300641822
  • NUMERO D'INVENTARIO D00057
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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