porta - a due battenti, serie - ambito mantovano (sec. XVIII)
porta a due battenti
1779 - 1780
Porta a due battenti laccata di bianco. Ogni lato a battenti chiusi è suddiviso in otto specchiature rettangolari con cornice modanata e dorata; il fondo della specchiatura, contornato da una bordura di colore rosa tenue, è di colore verde chiaro. Il centro di ogni specchiatura è contraddistinto da due raffinati decori floreali in grisaille (un tipo a "rosone" con caulicoli nelle quattro specchiature centrali, l'altro a "cespo" pure con caulicoli nelle quattro specchiature alle estremità superiore e inferiore). Sistema di serratura a cassettina metallica con pomoli; aggiunta di chiavistelli di fissaggio verticali
- OGGETTO porta a due battenti
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MATERIA E TECNICA
FERRO
legno/ pittura/ doratura/ modanatura
- AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La porta è stata rimossa dalla sua collocazione originaria; tuttavia presenta un'etichetta che indica la provenienza: "Da sala degli Specchi verso Arcieri". Infatti la conformazione e le decorazioni delle specchiature sono identiche a quelle delle altre porte della galleria degli Specchi e degli ambienti attigui. La galleria degli Specchi, fu fatta costruire nell'ultimo trentennio del secolo XVI, e ottenuta chiudendo il loggiato sul giardino Ducale parallelo alle stanze maggiori dell'appartamento ducale. La denominazione è settecentesca: tra Cinquecento e Seicento, infatti, col nome di Sala degli Specchi si indicava una sala posta sopra la Cancelleria. La decorazione della volta e delle lunette risale all'epoca di Ferdinando Gonzaga. Nel soffitto, in tre riquadri principali, vi sono gli Dei Olimpici e i Carri del Giorno e della Notte; nei lunettoni di fondo, Apollo e le Muse e le Arti Liberali; figure allegoriche di Virtù sono raffigurate nelle lunette e in altri spazi del soffitto; sotto, nel fregio, Putti su fondo oro, pesantemente ridipinti. Autori dei dipinti furono gli allievi di Guido Reni, Francesco Gessi e Giangiacomo Sementi, mentre ad Antonio Maria Viani è da attribuirsi il fregio inferiore; nel lunettone con le Arti Liberali compare, oltre alla data 1618, la firma di Carlo Santner, un pittore di Monaco di Baviera giunto a Mantova al seguito di Viani. Al gusto tardomanieristico bavarese sembra uniformarsi la vistosa e colorata decorazione, sebbene non siano da escludere interventi dei pittori indicati dalla tradizione e sembri comunque difficile precisarne la portata. La galleria ospitò per pochi anni, fino alla vendita del 1627, importanti dipinti di Tiziano, Giulio Romano, Correggio, Andrea del Sarto, Paolo Veronese, e seppure decaduta, rimase adibita a pinacoteca fino al 1779, quando le pareti furono arredate secondo il progetto di Giocondo Albertolli con grandi specchi e ornati in stile Luigi XVI. Anche nella relazione del 1773 di Anton Maria Romenati, Soprintendente della Ducale Scalcheria, si fa riferimento agli interventi di restauro: "La Galleria vecchia e le tre annesse anticamere, che formano il miglior pezzo di tutto l'appartamento ducale, e il più usato dei Serenissimi Principi nelle più luminose circostanze di pranzi pubblici, conversazioni e feste, erano in precisa necessità di essere riselciate". Di dubbia datazione appare la serie delle porte, di cui la presente fa parte, in quanto il tipo di decorazione in "grisaille", che le caratterizza nella quasi totalità, appare assai rispondente a molte delle ornamentazioni parietali di gusto accademico distribuite, in Corte Vecchia, in vari ambienti di Palazzo Ducale e che furono eseguite sia durante il periodo asburgico negli ultimi decenni del XVIII secolo, sia in periodo napoleonico, nel primo quindicennio del secolo XIX. A questo riguardo, e più in particolare, sono da ricordare le decorazioni monocrome che caratterizzano in parte le sale degli Arazzi e, soprattutto, le camere retrostanti decorate poco prima del 1781-82 dal pittore di ornati Giambattista Marconi. Non è da escludersi che all'incirca a quegli anni (1779-1780), durante i lavori di rifacimento delle decorazioni e degli arredi anche della Galleria degli Specchi, possa pure risalire l'esecuzione delle relative porte e quelle degli ambienti immediatamente adiacenti. E' da ricordare che in tale periodo era presente per il restauro delle pitture della Galleria, oltre al "figurista" Felice Campi", anche l'ornatista Andrea Mones, altro specialista nelle ornamentazioni classiciste della cultura accademica ormai imperante. Tra il 1811 e il 1813 buona parte delle sale e degli ambienti minori dell'appartamento Ducale di Vincenzo furono oggetto - forse per intervento anche di Agostino Comerio principale responsabile della riqualificazione ornamentale della sala dello Zodiaco - di altri interventi di rinnovo decorativo, col ricorso ancora alla "grisaille". Anche in questo caso non si può escludere quindi che la serie delle porte, con ogni probabilità costruite negli anni della Galleria degli Specchi, possano essere state oggetto, negli ultimi anni dell'età napoleonica, di ulteriori ridefinizioni decorative
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300151446
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. St. 119644
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0