Pomis sua nomina servant. Allegoria del ciclo dell'educazione maschile in seminario

stampa controfondata di traduzione 1659 - 1659

PERSONIFICAZIONI: Chiesa; Nobiltà; Saggezza divina. FIGURE: putti alati. ATTRIBUTI: (Chiesa) modellino Chiesa; croce. OGGETTI: vassoio; elmo; vanga; zappa; vaso; cartiglio. FRUTTA: mele. PIANTE: alberelli; melo. FENOMENI NATURALI: nuvole. FENOMENI DIVINI: luce. PAESAGGIO: giardino

  • OGGETTO stampa controfondata di traduzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ bulino/ acquaforte
  • ATTRIBUZIONI Ferri Ciro (1633/ 1689): inventore
    Chasteau Guillaume (1635/ 1683): incisore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Stampe e Disegni
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
  • INDIRIZZO piazza Carlo Alberto, 3, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'incisione viene realizzata da Guillame Chasteau su disegno di Ciro Ferri per l’antiporta del volume “Seminarii Romani Pallas Purpurata…” compilato dal gesuita Annibale Adami e pubblicato nel 1659 sotto il pontificato di Alessandro VII. La lettura iconografica della “Pomis sua nomina servant” è stata a lungo controversa: secondo Davis (1986) la rappresentazione è un vero e proprio rebus e fa allusione alla progenie di Enea e Romolo; Fagiolo dell’Arco (2001), accostandola allo stile di Pietro Da Cortona, la rilegge in chiave allegorica sottolineando trattarsi della personificazione della Religione e della Fede, infine Rice (2007) propone di identificarla come celebrazione del Seminario Romano, nello specifico con il ciclo dell’educazione maschile in seminario. La Chiesa seduta sulle nuvole è circondata dalla Nobiltà e dalla Saggezza divina, mentre i putti in primo piano coltivano giovani seminaristi identificabili negli alberelli. Quest’ultima lettura riconduce la stampa al volume da cui è tratta contestualizzandola nel suo esserne l’antiporta. Guillame Chasteau, incisore parigino, collaborerà con Ciro Ferri con discontinuità (Meyer, 1990). L’incisione fa parte di un album denominato “Scuola romana Ciro Ferri”. Per mancanza di documenti non si conosce la collocazione precedente e la modalità di acquisizione da parte delle collezioni reali (poi Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) delle incisioni raccolte. Nel 1861 il conoscitore Giovanni Volpato, allora impegnato nel riordino delle collezioni grafiche dell’Accademia Albertina, viene chiamato a lavorare simultaneamente al fondo della Biblioteca Nazionale costituendo, sia per estensione sia per qualità, un nucleo rappresentativo della grande tradizione artistica italiana e straniera. Non è ancora stato possibile definire il lavoro di riordino nonostante si supponga che Volpato operò realizzando 52 album (Giovannini Luca, 2016). Unico documento che attesta la presenza degli album alla fine del 1800 è l’inventario redatto da Alessandro Baudi di Vesme (Antichi inventari, 84). Oggi alcuni album, come quello preso in esame, restano testimonianza della collazione di incisioni realizzata da Volpato, molti altri dal 1970 vennero restaurati e smembrati, le incisioni sciolte vennero inserite in passepartout idonei alla conservazione, perdendone purtroppo l’integrità
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408134
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI in basso lungo il bordo inferiore - Cyrus Ferrus Rom[a] del[ineavit] / G[uillame] Castellus Fe[cit] - Chasteau Guillaume - capitale - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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