ritratto di Don Antonio di Savoia

Busto, ca 1690 - ca 1700

Busto in legno scolpito e dipinto color rosso mattone, raffigurante una figura maschile in abiti religiosi. Il busto poggia su di uno zoccolo ligneo dorato

  • OGGETTO Busto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto, come si evince da un'iscrizione posta sul retro, raffigura Don Antonio di Savoia e, per tipologia di scelta stilistica (legno intagliato verniciato di rosso), rappresenta un unicum all'interno delle collezioni del Castello. Da un punto di vista cronologico, l'opera è documentata negli inventari del Castello del 1931 e 1951, ma non viene specificato chi possa aver realizzato il busto, né quando. Partendo da una analisi prettamente stilistica, si è propensi a pensare che il busto potrebbe essere stato realizzato verso la fine del secolo XVII, negli anni immediatamente successivi la morte dell'abate, che godette in vita grande considerazione. Un altro momento storico in cui l'abate tornò in auge fu proprio durante il regno carloalbertino: nella Sala del Consiglio di Palazzo Reale a Torino (detta “Sala dei Beati”) vi è difatti un suo ritratto, voluto proprio dal re Carlo Alberto, insieme a quelli di altri membri della dinastia morti in concetto di santità. È plausibile dunque che un suo busto, probabilmente collocato originariamente in qualche abbazia o sede da lui gestita, potesse esser stato trasferito a Racconigi proprio per volontà regia. Nato nel 1620, Don Antonio di Savoia fu figlio illegittimo di Carlo Emanuele I e di Margherita di Roussillon de Châtelard, marchesa di Riva di Chieri. Antonio ricevette il titolo marchesale materno e nel corso della sua vita ricoprì numerose cariche: Decano della Savoia, abate commendatario di Hautcombe, di Fruttuaria e di Notre Dame d’Aulps, Governatore e Luogotenente Generale della città e del contado di Nizza. Nel 1646-48 è documentato a Parigi, mentre nel 1650, su incarico della reggente Cristina di Francia, risiedette a Roma. Nel 1651 Antonio fu nominato abate di Hautcombe dal nipote Carlo Emanuele II, poco più giovane di lui. Fruttuaria fu l’altra importante abbazia sotto la sua giurisdizione; per la vicina Montanaro fece inoltrerealizzare da Guarino Guarini il progetto per il Santuario di S. Maria di Loreto. Presso l’Archivio Arcivescovile e presso l’Archivio di Stato di Torino (mazzo 21, fascicolo s.n.) sono conservate numerose sue lettere in cui si legge delle problematiche relative alla gestione delle abbazie di cui aveva la responsabilità. Le missive, contraddistinte dalla prudenza, sono approntate a risolvere casi di disordini e malumori tra l’amministrazione locale e la corona. Nel maggio 1687, un anno prima della morte, scrisse da Chambery di voler rinunciare a tutti gli incarichi affidatigli; per volontà di Vittorio Amedeo II gli successe nella carica di abate di S. Michele il Principe Eugenio di Savoia- Soissons. Antonio morì a Chambery il 24 febbraio 1688 e fu sepolto nel chiostro dell’abbazia di Hautecombe. È talvolta impropriamente definito“Beato”, titolo mai confermato dalla Santa Sede
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100404961
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4883
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI retro, lato sinistro - R4883 - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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