vaso con fiori e paesaggi
decorazione pittorica,
ca 1690 - ca 1700
La decorazione parietale dell'ambiente è articolata in un fregio dipinto con vasi di bronzo dorato contenenti piante, completato sulle pareti nord e sud da una fascia con motivi floreali simulante la decorazione presente sulle travi del soffitto, ed in uno zoccolo con paesaggi inseriti in cornici che fingono la pietra grigia
- OGGETTO decorazione pittorica
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa della Regina
- INDIRIZZO Strada Comunale Santa Margherita, 79, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione dell'ambiente, in gran parte scialbata, è visibile sulla parete est e in alcuni saggi sulle pareti nord, ovest e sud. Si articola in fregio e zoccolo affini stilisticamente e che sembrano dunque essere stati eseguiti contestualmente. Il fregio - stando ai saggi di pulitura - dovrebbe essere costituito da tre vasi sulle pareti est ed ovest e due su quelle nord e sud, racchiusi in un motivo a cornice di colore dorato, in parte visibile. In assenza di indicazioni documentarie e di una tradizione storico-artistica l'esame stilistico induce ad accostare la decorazione a quella del gabinetto a levante dell'ala nord (58) proponendo una datazione alla fine del XVII secolo, o anche di poco successiva. Il motivo dei vasi e dei paesaggi, realizzati con una cromia vivace e pennellate rapide, pur nel piacevole effetto d'insieme non raggiunge un alto livello qualitativo e potrebbe collegarsi con i primi interventi di modernizzazione fatti eseguire da Anna d'Orléans intorno al 1692, di cui danno ragione i libri di conto (ASTO, Camerale, Controllo, Fabbriche e Fortificazioni, Art. 205, registro 10). L'unico pagamento in favore di pittori sinora emerso è tuttavia quello in favore di Giovan Luigi Buffi e Gerolamo Gherzi che non sembra riguardare l'ala nord del complesso (Ibidem, ff. 35v-36r). Un possibile confronto stilistico per il paesaggio è con lo zoccolo del Saloncino al piano d'entrata (primo ufficio Ispettorato) del Castello di Carrù, emerso dallo scialbo durante il restauro del complesso alla fine degli anni ottanta (cfr. G. Galante Garrone, Le tentazioni della tutela. Scoperte, aspettative, risultati a Carrù, in A. Abrate, a cura di, Il castello di Carrù da luogo fortificato a dimora a sede di banca, Cuneo 1989, immagini pp. 62-63; p. 176 ) e ricondotto da Giovanna Galante Garrone ad un anonimo artista del XVIII secolo. Sono estremamente vicine agli esiti di questo ambiente sia la cromia vivace che la rapidità esecutiva
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211059
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0