sedia, serie - manifattura torinese (seconda metà sec. XIX)

sedia, post 1860 - ante 1880

Quattro sostegni torniti, diritti nella parte superiore e a sciabola in quella inferiore. Sono raccordati da due traverse lisce accoppiate lungo le fiancate e da una traversa singola in corrispondenza della fronte e del verso, rispettivamente tornita e liscia. Sottile fascia leggermente sagomata e ad angoli smussati. Seduta impagliata. Schienale a giorno con spalliera sagomata ed elementi verticali torniti. L’intera superficie della sedia è laccata a fondo nero con motivi decorativi dorati, a racemi, pelacette e fogliette, in corrispondenza della porzione frontale dei due sostegni anteriori, della traversa, della fascia e dello schienale. Nella spalliera il decoro è arricchito da scenette di vita cinese. Sulla seduta è appoggiato un cuscino imbottito, rivestito in lampasso di seta e trapuntato. Il tessuto presenta un decoro a partiture verticali policrome su fondo nero. Su di esso sono disposti, seguendo un motivo a spirale, piccoli bouquets floreali, ripetuti su più file, scandite da strette partiture a righe di colore verde, bianco, fucsia, nero. Le bande con colore fucsia di fondo presentano un decoro policromo a minuti racemi e corolle floreali. Nella parte posteriore cordoni in tinta terminanti con fiocchi per fissare il cuscino alla seduta

  • OGGETTO sedia
  • MATERIA E TECNICA legno/ impagliatura
    legno di noce/ intaglio
    seta/ raso
    legno di noce/ doratura
    legno di noce/ scultura
    seta/ lampasso
    legno di pioppo/ scultura
    legno di pioppo/ intaglio
    legno di noce/ laccatura
    filo di seta
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’assetto odierno della sala rispecchia essenzialmente quello descritto dagli inventari della residenza di fine Ottocento-inizio Novecento, pur con varianti per quanto attiene ai tendaggi e ai punti luce affissi alle pareti. Realizzata interamente su progetto di Filippo Juvarra (1732-33), anche se in buona parte i lavori furono compiuti dopo la sua partenza da Torino negli anni 1735-1737, la sala rientra negli ambienti dei nuovi appartamenti che il re di Sardegna Carlo Emanuele III volle far allestire per sé e per la seconda consorte, Polissena d’Assia, subito dopo la sua salita al trono nel 1730 e che, di fatto, furono ultimati in occasione delle nozze con la terza consorte, Elisabetta Teresa di Lorena. Sino all’età di Carlo Alberto, questo spazio fu denominato Gabinetto di Toeletta della Regina. A seguito delle trasformazioni operate in tutto il piano nobile del Palazzo sotto la regia di Pelagio Palagi, pur preservato, a differenza di alcuni ambienti contigui che furono radicalmente trasformati nelle funzioni d’uso, nella decorazione e nell’arredo, esso venne inglobato nell’appartamento destinato al sovrano e assunse l’attuale denominazione. Capolavoro nella ideazione degli allestimenti di interni del Messinese, benché manchino specifici disegni progettuali, il Gabinetto Cinese testimonia in maniera compiuta nella principale residenza della corte sabauda, grazie alla presenza di pannelli originali in lacca affissi alle pareti, quel gusto per l’esotismo settecentesco europeo che venne declinato, specialmente nella prima metà del Settecento, a favore della “moda cinese” anche nell’arredo mobile coevo, lavoro di maestranze specializzate torinesi e ticinesi. La decorazione pittorica della volta con Il Giudizio di Paride fu affidata al primo pittore di corte, Claudio Francesco Beaumont (1735-37). Tra gli interventi più vistosi di arricchimento dell’arredo della sala tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, come si desume dalle descrizioni inventariali del Palazzo, si inserisce la serie di sedie in oggetto, con decori “ad imitazione Chinese”, perfette per integrarsi con l’assetto settecentesco di questo ambiente. Le sedie appartengono a un gruppo più ampio, composto da esemplari in parte già attestati in questa sala nel 1880 e in parte provenienti dall’appartamento allestito nel terzo quarto dell’Ottocento nella residenza torinese per il duca d’Aosta, Amedeo Ferdinando Maria di Savoia (Torino, 1845-1890). Fratello del re d’Italia Umberto I, sposò in prime nozze Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, con la quale condivise, per poco più di due anni, il ruolo di re di Spagna (16 novembre 1870-11 febbraio 1873), e in seconde nozze la nipote Maria Letizia Bonaparte. Poiché il principe morì nel 1890, è probabile che il trasferimento degli esemplari provenienti da questa parte della residenza nel Gabinetto Cinese sia avvenuto a seguito dello smantellamento degli spazi a lui destinati. Secondo quanto attestato dagli inventari di fine Ottocento-inizio Novecento, e confermato dall’analisi stilistica, si tratta di sedie eseguite ad imitazione dei modelli elaborati dalla nota produzione di Chiavari, molto apprezzata da Carlo Alberto e dalla consorte Maria Teresa che nel 1838 si recarono in visita alla manifattura di Gaetano Descalzi. Più precisamente, la tipologia qui utilizzata corrisponde al modello cosiddetto “parigina”, connesso alla nomina del maestro ebanista a fornitore di Napoleone III nel 1866. Descalzi, per altro, produsse arredi “alla cinese” per il castello di Pollenzo. Molto probabilmente, l’esecuzione della serie di sedie si deve collocare tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401150
  • NUMERO D'INVENTARIO 1625
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI sotto la seduta, telaio - 5396 su etichetta ovale prestampata in nero con corona R. PALAZZO - TORINO/ N. DC - maiuscolo/ numeri arabi - a stampa - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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