torciera, serie di Palagi Pelagio, Viscardi Giovanni Battista, Marielloni Diego (secondo quarto sec. XIX)

torciera post 1840 - ante 1840

Tre piedi di forma parallelepipeda con fascia esterna filettata sostengono un basamento a tronco di piramide con i lati lievemente concavi. La parte inferiore è ornata da coppie di delfini stilizzati opposti, separati da un tridente. Il corpo del basamento è costituito da tre specchiature a fondo liscio, delimitate da cornici a fogliette stilizzate. Su ciascuna è sbalzata una figura stante, vestita all’antica, alternativamente maschile o femminile. In corrispondenza degli spigoli, motivo a boccioli fogliacei. Elementi a foglia di acanto, disposti a corolla, raccordano il basamento al fusto. Esso è costituito da una parte verticale cilindrica scannellata alla quale si appoggiano tre figure femminili vestite all’antica, modellate a tutto tondo. Nella parte superiore del fusto, al di sopra di una sorta di collarino, sono disposti tre mascheroni maschili. Oltre un secondo collarino si innestano, per livelli digradanti, i trentasette bracci che sostengono i corpi illuminanti. Ciascuno ha andamento curvilineo e termina con un busto di putto che sorregge un elemento circolare su cui poggiano il bocciolo e il piattello a corolla floreale stilizzata. La torciera è posta su un alto zoccolo in legno verniciato a sezione triangolare con i lati lievemente concavi; parte superiore modanata

  • OGGETTO torciera
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ cesellatura
    bronzo/ doratura
    bronzo/ fusione
    bronzo/ stampaggio
    CRISTALLO
    legno di pioppo/ intaglio
    legno di pioppo/ verniciatura
    METALLO
  • ATTRIBUZIONI Palagi Pelagio (1775/ 1860): disegnatore
    Viscardi Giovanni Battista (1791/ 1859): bronzista
    Marielloni Diego (notizie 1835-1844): plasticatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rinnovamento della “Camera di Studio di S.M.”, detta anche “la camera in cui S.M. lavora coi Ministri”, poi denominata Sala del Consiglio, venne avviato alla fine del 1836, quando Gabriele Capello detto il Moncalvo firmò il contratto per i lavori da eseguire, sia arredi fissi che mobili, tutti su disegno di Pelagio Palagi. I diversi manufatti vennero messi in opera principalmente nel corso del 1837-1838. Il repertorio figurativo e decorativo messo in opera negli elementi d’arredo di questa sala rispecchiava pienamente la cultura di Palagi, appassionato ricercatore e collezionista di reperti antichi, ma anche uomo attento alle più moderne istanze della sensibilità romantica e del recupero del mondo classico filtrato attraverso la lezione rinascimentale. L’intervento fece parte di un più ampio progetto di riplasmazione degli ambienti seicenteschi del Palazzo, che aveva incluso anche le attigue sale del Trono e delle Udienze, fulcro del cerimoniale politico della reggia in età carloalbertina. I monumentali candelabri in bronzo dorato “di stile greco con molto buon gusto disegnati”, come rilevava Clemente Rovere nella prima guida completa del Palazzo Reale di Torino (1858), mettono in opera un ricco repertorio antiquariale, nella varietà delle figure femminili vestite all’antica modellate a rilievo, presenti nel fusto, derivato dalla conoscenza e dal collezionismo di reperti antichi di Palagi, in particolare vasi dipinti. Pur non essendo stato individuato uno specifico disegno progettuale per questa serie di torciere, si conservano nel fondo Palagi depositato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna vari disegni per candelabri che propongono il tema delle vittorie alate o vestali e il motivo dei bracci formati da ricchi girali vegetali (cfr. disegno n. 2264). Come spesso avvenne, per la realizzazione degli elementi d’arredo Palagi si affidò, oltre che a maestranze attive a Torino e in Piemonte, preferite per i prodotti di ebanisteria, anche a ditte e specialisti di area milanese, in particolare per la fusione e lavorazione di manufatti in bronzo, come nel caso in oggetto. Milano vantava, sin dall’età napoleonica, una rinomata tradizione in questo tipo di produzione, grazie ai lavori usciti dalla fonderia di Luigi Manfredini. Di fatto, l’inserimento di elementi d’arredo in bronzo rappresentò, per la corte sabauda, una novità introdotta proprio da Palagi. La ditta di Giovanni Battista Viscardi è attestata tra gli anni Venti e gli anni Quaranta dell’Ottocento con un’ampia attività che spaziava dalla esecuzione di campane a quella di gruppi scultorei. Si devono alla stessa, infatti, le due statue equestri di Castore e Polluce, modellate da Abbondio Sangiorgio e poste a coronamento della cancellata palagiana che chiude la piazza antistante Palazzo Reale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401068
  • NUMERO D'INVENTARIO 280
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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