Ritratto equestre di Ludovica Cristina di Savoia

dipinto post 1660 - ante 1670

In primo piano è rappresentata una figura femminile su un cavallo impennato, dotato di una ricca bardatura. La dama porta un copricapo piumato e volge lo sguardo verso l’osservatore. Indossa una tunica che scende sino alle caviglie, un petto di corazza, una sopragonna e sandali. Dal punto vita pende il fodero della spada, brandita con la destra, sollevata, mentre la sinistra impugna uno scudo ovale con testa di gorgone. Dietro di lei, sulla sinistra, un paggio moro, abbigliato con tunica, calzamaglia e stivaletti, nell’atto di incedere. In alto, sembrano aprile la strada al personaggio femminile, un erote, e una fama, in volo. Il primo suona la tuba, la seconda la tromba e tiene in mano una corona di alloro. Sulla destra, in secondo piano, una struttura rocciosa, forse un monumento diroccato, di cui si intravede anche il basamento, fa da quinta alla scena. Le figure si muovono in un paesaggio di campagna, attraversato da un corso d’acqua, con montagne sullo sfondo. Al di là del fiume, attraverso le zampe sollevate del cavallo si intravedono altri due cavalieri che stanno combattendo. Brano di cielo al tramonto. La tela è posta entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato, verniciato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia, fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • ATTRIBUZIONI Dauphin Charles (1625-1628 Ca./ 1678): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Milanese
    ambito fiammingo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è ricordato negli inventari del Castello di Racconigi, insieme ad altre tre tele di soggetto equestre femminile, a partire dal 1838. Più precisamente, nella Guida della residenza pubblicata nel 1873 l’opera era collocata nella gran Sala di accesso agli appartamenti reali al secondo piano e nell’inventario redatto cinque anni più tardi è descritta come “un dipinto olio su tela antico rappresentante una donna a cavallo, con spada in mano e angeli che suonano trombe” (Bertana 1987, p. 163-164). Noemi Gabrielli, nella ricognizione sulle opere della residenza compilata nel 1951, riconosceva nell’effigiata la principessa Ludovica, figlia di Cristina di Francia, e attribuiva il dipinto al pittore di corte Jan Miel. Diversamente, Michela di Macco (Diana Trionfatrice scheda n. 25, pp. 24-25) proponeva di identificare la principessa a cavallo vestita all’antica con copricapo piumato raffigurata sulla tela in Cristina di Francia. L’amazzone brandisce la spada e mostra lo scudo con la gorgone, attributi associabili a Minerva, sebbene di norma la medusa sia raffigurata sul petto della dea ed essa brandisca una lancia. La duchessa, specialmente dopo la sua vittoria sui cognati al termine della guerra civile, fu ripetutamente paragonata alla dea della saggezza e definita nella poesia encomiastica di corte “saggia Pallade alpina”. La Fama alata con la tromba e Amore che la precedono, insieme a un paggio moro, ne esaltano e diffondono i meriti raggiunti e futuri. La studiosa riferiva inoltre il dipinto al pittore di corte Charles Dauphin, proponendo una datazione all’inizio degli anni Sessanta del Seicento. In considerazione dei caratteri formali del dipinto, senza dubbio la tela si apparenta, soprattutto per le modalità di realizzazione della figura allegorica femminile e dell’erote che la accompagna, alla produzione dell’atelier del pittore lorenese. Così i caratteri dell’abbigliamento, in particolare l’estroso copricapo di piume, desunti dal repertorio dei costumi per feste di corte e tornei, ben si collocano tra settimo e ottavo decennio del Seicento. Tuttavia, sorprende la scelta, in date prossime alla morte della duchessa, avvenuta nel 1663, di raffigurarla con un viso molto giovanile e con un abbigliamento che non rispecchia la sua immagine pubblica in abiti vedovili, costantemente ostentata, benché si tratti di un ritratto allegorico. Potrebbe dunque trattarsi di un omaggio, magari eseguito post-mortem, alla prima Madama Reale, all’interno di un più vasto ciclo di ritratti equestri dedicati alle principesse di casa Savoia, oppure si deve considerare l’ipotesi che l’opera voglia alludere, come già ipotizzava la Gabrielli, a una principessa della successiva generazione, ossia una delle figlie di Cristina o, piuttosto, una delle sue cognate, Francesca di Valois o Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, sebbene i caratteri somatici del volto non siano avvicinabili all’iconografia nota della seconda. Diffuse e apprezzate erano queste tipologie di ritratti, come dimostra la presenza di ben quattro esemplari, rappresentanti la madre, il fratello e le sorelle, nell’inventario dei beni della principessa Ludovica, stilato nel 1679 (ASTO, Sezioni Riunite, Camerale Piemonte, Articolo 805, Inventaro della Guardarobba). Un bozzetto o derivazione del ritratto, privo di riferimenti alla dea Minerva, si conserva nel patrimonio della Fondazione Mazzonis. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399651
  • NUMERO D'INVENTARIO R 4877
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 4877 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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