Minerva patrona delle arti

dipinto, post 1655 - ante 1677

Composizione a sviluppo verticale. In alto, al centro, seduta tra nubi, su un trono, è rappresentata Minerva. Indossa camicia, veste ornata da diadema e mantello svolazzante dietro alla schiena. Una mano tiene uno scettro e l’altra ha l’indice sollevato verso l’alto per indicare il cartiglio sorretto da tre putti dipinto alla sommità della tela. Al di sotto della divinità, sono rappresentate una serie di allegorie femminili, tra cui si distingue, di spalle, al centro, con il manto blu, la Prudenza, con lo specchio, e in secondo piano, a destra, anch’essa di spalle, ma con il volto rivolto verso l’osservatore, l’Astronomia con il globo. In primo piano, in basso, a destra, è rappresentata in volo, con il petto scoperto, le ali variopinte e intenta a suonare la tuba la Fama. Dietro di essa uno stendardo

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Profondità: 5 cm
    Altezza: 382 cm
    Larghezza: 254.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Dauphin Charles (1625-1628 Ca./ 1678): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è priva di iscrizioni o contrassegni inventariali ad eccezione di quelli relativi all’appartenenza alle raccolte del castello di Racconigi degli anni Trenta e Cinquanta del Novecento. Questo elemento potrebbe indurre ad ipotizzare che precedentemente l’opera non facesse parte delle collezioni sabaude. Tuttavia, l’attribuzione, per via stilistica, al pittore di corte Charles Dauphin, lascia pensare ad una esecuzione del dipinto quanto meno per una residenza dell’aristocrazia al servizio dei principi sabaudi, venduta o donata al principe di Piemonte Umberto nei primi decenni del Novecento. Le figure femminili, e anche la Fama, rimandano ai modelli di Dauphin. Si veda il quadro che rappresenta la “Strage dei niobidi” conservato in Galleria Sabauda, ma documentato nel XVII secolo al Castello del Valentino, ma anche alcune pale d’altare eseguite dal lorenese come quella realizzata per l’altare maggiore di San Francesco da Paola, ma è possibile ipotizzare, per la qualità formale dell’insieme, che vi abbiano lavorato anche dei collaboratori. Il soggetto protagonista, Minerva, come suggerisce il cartiglio “Armis et Scientii Gloriosa”, su un trono, circondata da figure allegoriche femminili che alludono ad arti e virtù, tra cui si riconoscono la Prudenza, l’Astronomia e la Fama, in primo piano, appare molto adeguato per una sala di una residenza sabauda. Inoltre, dipinto sul vessillo che sventola dietro alla figura della Fama, seppure non ben leggibile, sembra di poter scorgere il corpo di un aquila, elemento dell’araldica dinastica dei Savoia. L’originaria destinazione dell’opera potrebbe, tuttavia, anche essere per un’altra sede in uso della corte nella seconda metà del Seicento, come Palazzo Madama o il Castello del Valentino. La rappresentazione di Minerva potrebbe ben riconnettersi con un omaggio a Cristina di Francia o ad una delle principesse sue figlie. Certamente non si può escludere anche una collocazione al Castello di Racconigi (Dauphin era pittore stipendiato del principe di Carignano)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399534
  • NUMERO D'INVENTARIO R 7853
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 7853 (giallo) - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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