Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia

busto, post 1601 - ante 1650

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla, frontale. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli ricci raccolti entro una cuffia completata da due bande di tessuto che scendono dietro le spalle. Il viso è profilato da una gorgiera. Indossa una veste con corpetto abbottonato sul davanti e sopravveste finemente pieghettata. Accenno di maniche a gigot. Al collo un triplo giro di perle. Il busto poggia su un basamento a pianta quadrata con alto zoccolo su cui poggia un basso sostegno

  • OGGETTO busto
  • MISURE Profondità: 30 cm
    Altezza: 80 cm
    Larghezza: 60 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura raffigura Margherita di Valois (Saint-Germain-en-Laye, 1523 – Torino, 1574), figlia di Francesco I di Valois e di Claudia di Francia. Fu destinata originariamente a moglie del principe Ludovico, figlio del duca Carlo II e di Beatrice di Portogallo. Il matrimonio non ebbe luogo a seguito del contrasto tra stato sabaudo e Francia culminato nell’occupazione del ducato. In base agli accordi stipulati a Cateau-Cambresis, i territori già divenuti francesi ritornarono ai Savoia come dote di Margherita che convolò a nozze il 10 luglio 1559 con il duca Emanuele Filiberto. Durante i festeggiamenti per l’evento di grande rilevanza politica, a seguito delle ferite riportate in un torneo, morì X, Enrico II. Donna estremamente colta e dotata di rilevanti qualità politiche e diplomatiche, garantì la continuità dinastica e il sostegno alle relazioni privilegiate con la Francia. Vicina al mondo delle diverse confessioni protestanti, accolse a corte letterati e uomini di cultura che si allontanarono dalla Francia travagliata dalle guerre di religione. Il busto, come il pendent raffigurante il consorte, riproduce esattamente l’esemplare marmoreo conservato al Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama, datati tra il 1570 e il 1572. Questi ultimi sono stati identificati con quelli inventariati nel 1631 su un camino della Grande Galleria del Palazzo Ducale. I busti lapidei si apparentano direttamente, nella frontalità della posa, nella ricerca di verosmiglianza fisiognomica, per quanto attiene agli aspetti più evidenti del volto e nei caratteri dell’abbigliamento con una serie di cinque sculture raffiguranti, oltre ai duchi in esame, Carlo Emanuele I, Vittorio Amedeo I e Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia. Il gruppo, pur con varianti qualitative, può essere ricondotto, sulla base delle testimonianze d’archivio, alla produzione di artisti provenienti dall’area dei laghi lombardo-ticinesi, quali i diversi esponenti della famiglia dei Vanelli di Grancia e dei Carlone di Rovio, risalente alla fine del XVI-primi decenni del XVII secolo. Più complesso appare indicare la corretta datazione degli esemplari in gesso derivati dai marmi, dal momento che la produzione di repliche presso la corte si protrasse sino all’Ottocento, al fine di creare nuove serie funzionali ai cambi di allestimento e agli spostamenti nelle diverse residenze sabaude. Il busto, come il pendent raffigurante la consorte, riproduce esattamente l’esemplare marmoreo conservato al Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama, datati tra il 1570 e il 1572. Questi ultimi sono stati identificati con quelli inventariati nel 1631 su un camino della Grande Galleria del Palazzo Ducale. I busti lapidei si apparentano direttamente, nella frontalità della posa, nella ricerca di verosimiglianza fisiognomica, per quanto attiene agli aspetti più evidenti del volto e nei caratteri dell’abbigliamento con una serie di cinque sculture raffiguranti, oltre ai duchi in esame, Carlo Emanuele I, Vittorio Amedeo I e Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia. Il gruppo, pur con varianti qualitative, può essere ricondotto, sulla base delle testimonianze d’archivio, alla produzione di artisti provenienti dall’area dei laghi lombardo-ticinesi, quali i diversi esponenti della famiglia dei Vanelli di Grancia e dei Carlone di Rovio, risalente alla fine del XVI-primi decenni del XVII secolo. Più complesso appare indicare la corretta datazione degli esemplari in gesso derivati dai marmi, dal momento che la produzione di repliche presso la corte si protrasse sino all’Ottocento, al fine di creare nuove serie funzionali ai cambi di allestimento e agli spostamenti nelle diverse residenze sabaude. L'opera è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399647
  • NUMERO D'INVENTARIO R 2680
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, busto, spalle - XR 785 (nero) - maiuscolo/ numeri arabi - a matita - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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