Ritratto di Caterina Micaela d'Asburgo Spagna

dipinto, post 1585 - ante 1599

Il personaggio è rappresentato a figura intera, stante, di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli raccolti in elaborata acconciatura e ornati da gioielli. Pendenti a goccia alle orecchie. Il viso è profilato da una larga gorgiera. La veste si compone di un corpetto arricchito nella parte anteriore da gioielli applicati sul petto e in corrispondenza del punto vita e da una collana con doppio giro di perle. Ampie soprammaniche che scendono lungo la gonna, sino a terra, al di sotto delle quali si vedono le maniche diritte che lasciano vedere il pizzo della camicia in corrispondenza dei polsi. Gonna ampia del medesimo tessuto ornata da tagli disposti in modo da formare piccole corolle e da una fascia centrale ricamata con fiocchi. Una mano trattiene un fazzoletto e l’altra, dotata di anelli, poggia su un volumetto chiuso, di cui si vede il segnalibro in tessuto, Quest’ultimo, è posto su un tavolo ricoperto da un drappo. Dietro la figura due tendoni chiudono la scena. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolari in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia; fasce interna ed esterna modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 204 cm
    Larghezza: 149 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese Ambito Fiammingo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento. I caratteri somatici e del sontuoso abbigliamento, proprio della moda internazionale degli ultimi decenni del XVI secolo, confermano l’identità dell’effigiata suggerita dall’iscrizione. L’infanta era la figlia secondogenita di Filippo II, cugino del duca Emanuele Filiberto, e di Isabella di Valois. Nel 1584 vennero avviate le trattattive, nell’ottica di una politica di bilanciamenti di alleanze tra Francia e Spagna, per le nozze con Carlo Emanuele I che ebbero luogo un anno più tardi, ponendo il duca in una posizione di preminenza rispetto a molti principi italiani e tedeschi. Caterina Micaela, pur non rientrando mai più in patria, mantenne forti legami con la corte d’origine dalla quale proveniva buona parte del suo seguito: introdusse a Torino il cerimoniale spagnolo che fu praticato anche per i suoi numerosi figli. I tre principi Filippo Emanuele, Vittorio Amedeo e Emanuele Filiberto nel 1603 vennero inviati a Madrid, accompagnati da un precettore d’eccezione, Giovanni Botero. Consistente fu il suo peso sia nell’azione di governo, reggendo le sorti del ducato durante le campagne militari intraprese da Carlo Emanuele I, sia sul piano culturale e del mecenatismo. Morì a Torino nel 1597. L’eruzione dell’opera, anche in considerazione dei caratteri formali, pertanto, si deve collocare tra la seconda metà del nono e l’ultimo decennio del XVI secolo. Per quanto riguarda il possibile autore, appare difficile, in assenza di certe opere documentate affini, ipotizzare un’attribuzione. Numerosi erano i ritrattisti attivi alla corte di Carlo Emanuele I, sia di provenienza nordica, in particolare dalle Fiandre, che di area padana. Vale la pena, per altro, di notare che i medesimi gioielli si trovano rappresentati in ritratto giovanile a mezzo busto della principessa riferito al pittore di corte Alonso Sánchez Coello e datato al 1582-1584, ossia eseguito prima del suo trasferimento a Torino. Così la stessa impostazione del ritratto e lo stesso tipo di coperta da tavolo sono riscontrabili in un dipinto che rappresenta Caterina Micaela a figura intera del museo del Prado di Madrid collocato tra il 1584 e il 1585. Non pare dunque del tutto da escludersi anche una possibile esecuzione in ambiente iberico poco prima della partenza dell’infanta per il Piemonte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399544
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5547
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5547 (giallo) - capitale, numeri romani - a penna - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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