trofeo d’armi con due schiavi

dipinto, ca 1790 - ca 1790

Cornice in legno dorato ed intagliato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 76.5 cm
    Larghezza: 137 cm
  • ATTRIBUZIONI Pécheux Lorenzo (1729/ 1821)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, acquistato presso gli eredi di Lorenzo Pécheux nel 1981, è uno studio preparatorio per la parte inferiore dell’arazzo raffigurante “Alessandro nella tenda di Dario” (Torino, Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama). Vittorio Amedeo III commissiona un dipinto raffigurante “Alessandro nella tenda di Dario” a Lorenzo Pécheux verso il 1790. L’opera finita avrebbe dovuto essere esposta nella Galleria Beaumont di Palazzo Reale, ma il dipinto rimane per ragioni non chiarite nello studio dell’artista. Stando alle note biografiche redatte dal pittore, la tela è dipinta tra il 1791 e il 1792: “1791: Alexandre dans le tente de Statira, tenant l’enfant de Darius entre ses bras, tableau pour le Roy” (“Notes sur le cours de ma vie”, Torino, Accademia delle Scienze, Mss. 630). Assolto l'incarico, Pécheux riceve la commissione per un cartone di stesso soggetto, preparatorio per un arazzo di grandi dimensioni. Il 16 dicembre 1793, Pécheux demanda al figlio Benedetto l’esecuzione di un cartone di 9 piedi ½ di altezza e 7 di larghezza, da consegnare alla manifattura reale di tappezzeria. L’artista descrive in questi termini la composizione d’insieme del cartone: “diviso in tre parti, la superiore composta da una ghirlanda dè più belli fiori, sostenuta da due Genii. Il soggetto di mezzo chiuso da una cornice finta di metallo dorato rappresentante Alessandro Magno nel Padiglione della Moglie di Dario del quale accarezza il figlio Bambino; la terza parte, che serve di basamento è ornata da un trofeo d’armi presi alli vinti Persiani” (Natale, 2000-2001, p. 162). Dopo essere andato disperso durante il XIX secolo, il cartone è stato identificato da Bollea nel castello di Moncalieri (Bollea, 1942, p. 313). L’arazzo, che reca le marche “R. F. Torino 1825” e “1827”, è stato molto probabilmente prodotto da Andrea Bruno durante la Restaurazione. Francesco Gonin, un allievo di Pécheux, segnala l’opera nel 1820 (Natale, 2000-2001, pp. 162-163, 171). La composizione generale non è completamente originale, perché riprende degli elementi di una serie più antica, dedicata ad Alessandro Magno e realizzata tra gli anni Trenta ed il 1742, che era stata realizzata da Claudio Francesco Beaumont. Natale nota che la composizione dell’arazzo di Pécheux è “profondamente modificata nel linguaggio. [...] Nella zona inferiore sono state introdotte ai lati due possenti mensole di tono classicheggiante e si indugia con illusionistica precisione sul trofeo d’armi centrale, derivato dal repertorio dei Trofei di Mario, installati sul Campidoglio alla fine del Cinquecento da Giacomo della Porta” (Natale, 2000-2001, p. 162)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100351205
  • NUMERO D'INVENTARIO 1057
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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