Muzio Scevola. Muzio Scevola davanti a Porsenna mette la mano destra nel fuoco

dipinto, ca 1795 - ca 1800

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  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 81 cm
    Larghezza: 100 cm
  • ATTRIBUZIONI Pécheux Lorenzo (1729/ 1821)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, di proprietà della Galleria Sabauda di Torino, è il modello preparatorio per la grande tela di stesso soggetto, commissionata nel 1802 a Lorenzo Pécheux da Vittorio Amedeo III di Savoia per la Galleria del Beaumont in Palazzo Reale. A causa della dominazione francese sul Piemonte, il dipinto finito, di dimensioni assai grandi (3,24 x 4,12 m.), non venne consegnato da Pécheux, ma venne offerto nel 1823 a Carlo Felice di Savoia dai figli del pittore, Carlo e Gaetano, assieme a due altre opere, “Alessandro nella tenda di Dario” e “La morte di Epaminonda”. Verso il 1850, Vittorio Emanuele II lo dona alla città di Chambéry, assieme ad un’altra opera di Pécheux, “Clelia passa il Tevere”. Il dipinto è oggi depositato presso il Musée des Beaux-Arts (inv. M 882 ; A 152), ma il suo stato conservativo non permette un confronto approfondito con lo studio preparatorio della Galleria Sabauda. L’opera è infatti in pessimo stato di conservazione: la tela è arrotolata nei depositi del museo e la composizione è conosciuta solo grazie ad una vecchia fotografia in bianco e nero. Due importanti riferimenti cronologici permettono di precisare la datazione del dipinto e dello studio preparatorio. In primo luogo, Lorenzo Pécheux scrive nelle sue « Notes sur le cours de ma vie » : “1802: Grand tableau de Mutius Scaevola, pour pendant de Clelie et d’Auguste, qui sont encore chez moy, excepté celuy de Clélie qui fut placé dans le temps du Roy“ (Torino, Accademia delle Scienze, Mss. 630). Quest’annotazione conferma che Pécheux termina l’opera entro il 1802. D’altra parte, la commissione per questo dipinto è precedente alla morte, il 16 ottobre 1796, del Duca Vittorio Amedeo III di Savoia. È quindi probabile che lo studio preparatorio sia stato eseguito da Pécheux verso il 1795-1800 e che la grande tela, oggi a Chambery, sia invece stata dipinta tra il 1798 e il 1802. Il soggetto è tratto dalla “Storia Romana” di Charles Rollin, che viene pubblicata a Parigi tra il 1738 e il 1748 e che costituisce una fonte iconografica prioritaria per gli artisti alla ricerca di “exempla virtutis” durante la seconda metà del ‘700. Tuttavia, Pécheux deve probabilmente avere consultato anche la principale fonte della storia di Muzio Scevola, l’“Ab urbe condita di Tito Livio” (II, 12). Il momento della storia rappresentato nel dipinto di Pécheux è quello in cui Muzio Scevola decide di punirsi bruciando la propria mano destra, dopo essersi reso conto di non aver assassinato Porsenna, ma il segretario del re etrusco che nel 508 a.C. stava mettendo Roma sotto assedio. La composizione è ambientata in una loggia. Vittorio Natale (Natale in Laveissière (a cura di), 2012, p. 216) nota a giusto titolo che l’insieme è più arioso rispetto alle altre opere dipinte in questi stessi anni e che, in particolare, il numero di personaggi, decisamente inferiore rispetto agli altri dipinti, conferisce più importanza al decoro architettonico. Natale interpreta questa scelta in due diversi modi. Da una parte, la diminuzione del numero dei personaggi può, a suo avviso, dipendere dalla situazione politica incerta dello stato sabaudo, dopo l’invasione francese. Il committente del dipinto essendo venuto a mancare, Pécheux avrebbe deciso di non investire ulteriore tempo e denaro nella realizzazione di un’opera che rischiava di non essere più venduta. D’altra parte, pensa che questa scelta possa essere invece messa in relazione con il viaggio effettuato da Pécheux a Parigi nel 1800 e con la sua scoperta del “Giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100351204
  • NUMERO D'INVENTARIO 1056
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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