orologio da mensola,
Hottot (attivo Seconda Metà Sec. Xix)
attivo seconda metà sec. XIX
Sola (attivo Prima Metà Sec. Xix)
attivo prima metà sec. XIX

Basamento parallelepipedo con bordo superiore sagomato a gola rovescia, sostenuto da quattro piedi quadrangolari. Sul piano della base poggiano quattro colonne sormontate da un architrave parallelepipedo circondato a metà altezza da una stretta cornice aggettante. Riquadrature ad intarsio con filetti in metallo sulle colonne, sul lato frontale e sui fianchi della base del coronamento.Montaggio: il meccanismo dell'orologio è appeso mediante gancio posteriore alla cassa

  • OGGETTO orologio da mensola
  • MATERIA E TECNICA METALLO
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
  • ATTRIBUZIONI Japy Frères (1777/ Post 1879): orologiaio
    Hottot (attivo Seconda Metà Sec. Xix): fornitore
    Sola (attivo Prima Metà Sec. Xix)
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • INDIRIZZO via Principe Tommaso, 22, Agliè (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare rientra nella tipologia del pendolo a portico, molto comune nella collezione sabauda e rappresentata ad Agliè nel 1855 da tre distinti esemplari, tra cui uno "su quattro colonne di noce placato verniciato nero lucido con capitelli in bronzo dorato" che potrebbe essere proprio l'orologio qui in esame. Datato da Anna Paolino al quinto decennio dell'Ottocento, è probabilmente stato fornito dalla ditta Sola e Granaglia e potrebbe, quindi, rientrare nella fornitura di "alcune pendole e un regolatore" pagata alla società nel 1851 (cfr. ADG, Contabilità, Az. Duca di Genova, Appannaggio, Registri Mandati di Uscita, 1851, mandato n. 357 di L. 940 in data 27 febbraio 1851; A. Paolino, in Orologi negli arredi del Palazzo Reale di Torino e delle residenze sabaude, a cura di G. Brusa, A. Griseri e S. Pinto, catalogo della mostra, Torino 1988, scheda 138, p. 333).Il quadrante è però firmato esclusivamente da Sola: si potrebbe ipotizzare, come fa Anna Paolino, al riutilizzo da parte del sodalizio di Sola e Granaglia (in società dal 1930) di un pezzo risalente agli anni dell'attività in proprio del primo titolare (cfr. Ibid.) oppure, seguendo l'ipotesi di Giuseppe Brusa, interpretare la parte semicancellata della firma come "Ved." (vedova) e quindi scartare l'identificazione con il pezzo con l'orologio fornito nel 1851 (cfr. G. Brusa, in Ibid.).Il movimento, costruito dalla ditta Japy e di Hottot, è senza dubbio anteriore al 1855, visto il tipo di punzone, e anteriore al 1840, per il tipo di scappamento ed è quindi datato da Brusa al 1850 circa (Ibid.)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100216155
  • NUMERO D'INVENTARIO 1077
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sulla platina posteriore - 680 - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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