velo di calice, opera isolata - manifattura piemontese, manifattura italiana (primo quarto sec. XVIII)

velo di calice, 1710 - 1720

Il velo è realizzato con un pannello di tessuto beige, broccato in seta policroma (verde, mattone, rosa, rossa, azzurra e blu), in oro e in argento filato. Sulla superficie del tessuto, decorata da motivi vegetali stilizzati realizzati in damasco, si snodano delle specie di cornucopie dorate da cui fuoriescono fiori policromi. E' foderato con un pezzo di taffetas verde ed è bordato con un merletto a tombolo, realizzato in oro filato e lamellare, decorato con un motivo a valve

  • OGGETTO velo di calice
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il damasco è una delle innumerevoli variante dei tessuti definiti dalla critica "bizarre", diffusi in tutta Europa negli anni a cavallo fra 600 e 700. In questo esempio gli elementi fantastici e di ispirazione orientale si uniscono e si mescolano con motivi floreali trattati in modo naturalistico, secondo un gusto che si andava diffondendo nel secondo decennio del XVIII secolo. Si può quindi datare il tessuto, nato assai probabilmente per l'abbigliamento laico, in questo torno di anni, come si evince dai raffronti con il damasco broccato, di produzione lionese, della pianeta datata al 1711 e conservata presso l'Abegg-Stiftung di Riggisberg (H. C. Ackermann, Seidengewebe des 18. Jahrhunderts I Bizarre Seiden, 2000, pp.266-267, scheda n. 145), con la pianeta, databile intorno al 1713, conservata presso lo Schnütgen Museum di Colonia (P. Thornton, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 98, 107, 166, Tav. 48A) il parato, datato al 1710-1715 ed ascritto ad una manifattura italiana o francese, della collezione Cini di Venezia (D. Davanzo Poli, La collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti Antichi, in "Civici Musei Veneziani d'Arte e di Storia. Bollettino", n. 1-4, 1989, p. 119, scheda n. 101), il damasco broccato del 1715 circa impiegato per realizzare un paramento liturgico conservato nella chiesa di Notre-Dame des Doms ad Avignone (Merveilles d'or & de soie. Trésors textiles de Notre-Dame des Doms du XVI au XIX siècle, catalogo della mostra, Avignone 2000, pp. 34-35, scheda n. 8 di E. Dutocq e O. Valansot) e il damasco broccato, di produzione italianaa del primo quarto del Settecento, della collezione Mariano Fortuny (D. Davanzo Poli, Seta & Oro. La collezione tessile di Mariano Fortuny, catalogo della mostra, Venezia 1997, pp. 89-90, scheda n. 71). Tra gli esempi conservati in Piemonte si possono ricordare il lampasso broccato con il quale è stato confezionato un paramento liturgico, datato al secondo decennio del XVIII secolo ed attribuito dubitativamente ad una manifattura piemontese, conservato presso la chiesa di San Giulio ad Altavilla (G. Romano, C. Spantigati (a cura di), Da Musso a Guala, catalogo della mostra di Casale Monferrato, Savigliano 1999, p.234, scheda n. 49 di A. M. Colombo) e il paramentale donato dalla confraternita dello Spirito Santo di Torino al santuario di Nostra Signora d'Oropa e datato 1717 (M. Viale Ferrero, Tesuti e ricami, in V. Viale (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, vol. III, p. 10, scheda n. 9; D. Lebole, Storia della chiesa biellese. Il Santuario di Oropa, Gaglianico 1998, vol. II, p. 177). Sulla base di queste testimonianze si potrebbe attribuire dubitativamente il damasco bizarre ad una delle manifatture piemontesi attive nel Settecento che, come illustrano i tessuti con i quali sono stati realizzati i parati della parrocchiale di Villanova Mondovì e della Cattedrale di Mondovì (P. Dardanello, Materiali per una ricerca sui tessili di uso liturgico in ancien régime, in I tessili antichi e il loro uso: testimonianze sui centri di produzione in Italia, lessici, ricerca documentaria e metodologica, III Convegno del Centro Italiano per lo Studio della Storia del Tessuto (Torino 1984), Torino 1986, p. 46), della Confraternita della Misericordia di Torino (M. Viale Ferrero, Tesuti e ricami, in V. Viale (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, vol. III, p. 11, scheda n. 17 ) e della chiesa parrocchiale di Ayas, ma proveniente dal convento di San Francesco ad Aosta (B. Orlandoni (a cura di), La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986, pp. 294-297, scheda n. 49 di M. Rapetti). Data, però, l'assenza di studi approfonditi sulla produzione tessile piemontese, non si può escludere che il tessuto sia stato prodotto in un altro centro italiano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198919
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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