paramento liturgico, insieme - bottega fiammingo-borgognona, manifattura veneziana (terzo quarto, inizio sec. XV, sec. XVI)

paramento liturgico, 1460-1470

Il parato è formato da una pianeta, un piviale ed un manipolo confezionati con velluto cesellato ad un corpo cremisi con teletta d'oro e allucciolato. Sullo sfondo giallo si snodano, con andamento verticale, maglie ovali create da una coppia di tralci, dai quali si dipartono fiori di acacia e frutti. In ogni maglia è racchiuso un cespo fiorito di cardo, di elementi vegetali fantastici e di infiorescenze simili a quelle dei salici. Gli stoloni della cappa e della pianeta e lo scudo sono impreziositi con ricami a riporto, eseguiti su tela di lino bianca, realizzati ad ago con seta policroma nelle tonalità del verde, blu, marrone, rosa e viola e oro filato. I ricami sono inseriti entro nicchie, delimitate da colonnine tortili e con il coronamento formato da archi flamboyant, incorniciate da un bordo in oro filato ornato con un motivo a lisca di pesce

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA seta/ velluto cesellato
    tela di lino
    seta/ velluto lanciato
    filo dorato
    filo di seta
    filo/ lavorazione ad ago/ lamellatura
  • ALTRE ATTRIBUZIONI bottega francese
    Bottega Spagnola
    Bottega Ligure-piemontese
    Manifattura Genovese
    Manifattura Italiana
    Manifattura Spagnola
    Manifattura Dall'italia Centrale
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'insieme liturgico è ciò che rimane di un parato, che comprendeva anche le tunicelle, donato da Giuliano della Rovere alla Cattedrale di Sant'Eusebio durante il suo breve vescovado a Vercelli, quindi fra il 1502 e il 1503, come si evince sia dagli stemmi applicati sulla pianeta sia da fonti documentarie cinque e seicentesche (Decreti di visita di Mons. Vizia (1597), pp. n.n.; Atti di Visita di Mons. Gio. Stefano Ferrero, 1599-1604, vol. I, p. 24; G. B. Modena Bicchieri, Dell'antichità e nobiltà della città di Vercelli e di fatti accorsi in essa e sua Provincia, pp. n.n.; M. A. Cusano, Discorsi Historiali concernenti la vita, et attioni de'Vescovi di Vercelli, Vercelli 1676, p. 279). Come emerge dai decreti della visita di Monsignor Vizia, il paramentale venne modificato già alla fine del XVI secolo, ma assai probabilmente subì altre manomissioni anche durante il XVIII secolo, come suggeriscono i galloni presenti sulla pianeta. Nell'inventario redatto nel 1792 è brevemente descritto nella rubrica dei paramentali intitolata "fuori d'uso" (M. Capellino, Testimonianze scelte del rito "eusebiano", Vercelli 1999, p. 75), così come in quello redatto nel 1889: "una pianeta di stoffa rossa con colonna istoriata in ricamo d'oro mezzo, senz'altro. Un piviale consimile collo scudo e la parte superiore istoriata e ricamata in oro, cogli stemmi della Rovere, donati alla sua chiesa di Vercelli, dal Sommo Pontefice Giulio II Vescovo di Vercelli nel 1502-1503" (Archivio Capitolare di Vercelli, Fabbrica e Chiesa di S.t Eusebio cerimoniali = dritti di banchi = altri dritti di chiesa = Riti, e Funzioni - Accetazione del Breviario Romano, Inventario degli oggetti mobili della Chiesa Metropolitana di Vercelli fatto nell'anno 1889, f. 35); Gli studiosi avevano letto il velluto come un esempio delle manifatture genovesi (Esposizione torinese d'arte antica del 1880. Riproduzione in fototipia con indicazioni illustrative, Torino 1881, tav. XXVII, p. 11 e tav. LXVI, p. 17), spagnole (L. Serra, L'antico tessuto d'arte italiano, catalogo della mostra, Roma 1937, p. 16 e scheda n. 159, p. 38), italiana (A. M. Brizio, Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia. Vercelli, Roma 1935, pp. 91-92; A. Santangelo, Tessuti d'arte italiani, Milano 1959, pp. 44-46) e dell'Italia centrale (V. Viale, Il Duomo di Vercelli. Il nuovo Duomo di Vercelli. Opere d'arte dal XIII al XVIII secolo. La pinacoteca dell'arcivescovato, Vercelli 1973, p. 42, scheda n, 33). Il velluto è databile agli inizi del Cinquecento, come illustrano i confronti con tessuti assai vicini a questo, quali il frammento di velluto del Museo del Tessuto di Lione (E. Moench (a cura di), Brocarts célestes. Musées du Petit Palais Avignon, catalogo della mostra, Avignone 1997, p. 83, scheda n. 22 di O. Blanc) e il frammento di velluto della collezione Feliciano Benvenuti di Venezia (D. Davanzo Poli, Dalle origini alla aduta della Repubblia, in D. Davanzo Poli, S. Moronato (a cura di), Le stoffe dei veneziani, Venezia 1994, p. 55). Quest'ultimo manufatto, che presenta un impianto decorativo assai vicino a quello del velluto di Vercelli, permette di ascrivere il tessuto ad una manifattura marciana, ipotesi confermata anche da alcuni dati tecnici, quali l'altezza del tessuto (60 cm circa) e le cimose verdi e bianche, caratteristiche peculiari delle botteghe veneziane.; I ricami che impreziosiscono il parato, dopo essere stati legati ad un artista francese della metà del Quattrocento (E. Bertaux, L'esposizione d'Orvieto e la storia delle arti, in "Archivio storico dell'arte", serie seconda, anno II, fasc. VI, pp. 414-415), ad una bottega spagnola (Catalogo generale di arte sacra Antica - Moderna - Applicata, catalogo della mostra, Torino 1898, p. 121, scheda n. 96; A. M. Brizio, Il tesoro della cattedrale di Vercelli, in "L'Arte", anno XXXVIII, vol. VI, fasc. I, p. 64) e ad un atelier ligure-piemontese e datati agli inizi del XVI secolo (Tesori d'arte sacra di Roma e del Lazio, catalogo della mostra, Roma 1975, pp. 38-40, scheda di M. Andaloro), sono stati ricondotti da Romano ad una bottega fiammingo.borgognona attiva, probabilmente a Roma, nell'ottavo decennio del Quattrocento (G. Romano, Opere d'arte e committenti alla Sacra: dal XIV al XVI secolo, in G. Romano (a cura di), La sacra di San Michele. Storia Arte Rewstauri, Torino 1990, p. 141; G. Romano, Sugli altari del Duomo nuovo, in G. Romano (a cura di), Domenico della Rovere e il duomo nuovo di Torino, Torino 1990, p. 276)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198892-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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