lampada - a vaso, coppia di Ceresa Carlo Giuseppe il Giovane (secondo quarto sec. XIX)
Ciascuna delle due lampada, di disegno alquanto complesso, è provvista di un alto basamento triangolare con lati concavi ed angoli smussati, nella metà inferiore percorso dalla scritta EX VOTO CIVITATIS ALEXANDRIAE 1835, sovrastata da una fascia recante una teoria di archetti acuti racchiudenti ognuno una foglia di quercia e negli spazi che si ritagliano tra i vertici degli archi una piccola ghianda. Sugli angoli del basamento poggiano tre grifoni rivolti verso l'esterno, che trattengono col becco due ghirlande di fiori e foglie ricadenti a festone a destra e a sinistra degli stessi, su ciascuno delle quali è avvolto a spirale un nastro recante rispettivamente le scritte DEPRIMIT ELATOS e LEVAT STRATOS, che costituiscono il motto che accompagna lo stemma di Alessandria. Quest'ultimo, consistente in uno scudo ovale crociato, è tre volte replicato nel mezzo incorniciato dai grifoni, con contorno bacellato ed altrettante corone sovrastanti. Nel vano centrale è collocato un piedistallo, seminascosto dalle corone, su cui poggia la lampada ad anfora, che conclude verticalmente la complessa composizione. Essa ha piede circolare e corpo decisamente convesso e leggermente compresso ai poli sul quale si sviluppa una decorazione (Continua nel campo OSSERVAZIONI)
- OGGETTO lampada a vaso
-
MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura
-
MISURE
Altezza: 57
-
ATTRIBUZIONI
Ceresa Carlo Giuseppe Il Giovane (notizie 1824)
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Ceresa Maurizio
- LOCALIZZAZIONE Alessandria (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La coppia di lampade fu donata dal Comune di Alessandria alla Madonna della Salve (il cui simulacro ligneo, custodito nella Cattedrale alessandrina, è oggetto di vivissima venerazione dal 1489, anno che lo vide al centro di eventi miracolosi: per un ragguaglio storico critico e la bibliografia relativa cfr. La Cattedrale di Alessandria, a cura di C. Spantigati, Alessandria, 1988, pp. 106-107) quale ex voto a seguito dell'epidemia di colera scoppiata nel 1835. In F. Ansaldi (Notizie Storiche del Miracoloso Simulacro della B. V. della Salve venerata nella Cattedrale di Alessandria, Alessandria, 1843, pp. 72-77), è notizia della drammatica circostanza e del voto del Comune, che versò "una somma di lire ottomila da erogarsi nella formazione di due lampadi d'argento da collocarsi nella Cappella ed avanti all'Altare dell'Augusta Santissima protettrice, e nella ristaurazione dei muri, ed abbellimento dei medesimi, e degli ornati interni della stessa Cappella". Il punzone con la sigla C.G.C. sormontata da una Ciliegia entro losanga verticale appartiene all'argentiere alessandrino Carlo Giuseppe Ceresa il giovane. Egli usava in precedenza il marchio contraddistinto da un grifo sovrastante le identiche iniziali C.G.C., che depositò nel 1824 e che già era appartenuto al nonno Carlo Giuseppe Ceresa il vecchio (ammesso Maestro nel 1782, morto nel 1815) ed al padre Francesco (ammesso Maestro Orefice nel 1815), ma fu costretto dall'usura a sostituirlo col presente punzone, depositato nel 1844 (A. Bargoni, Maestri Orafi e Argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, p. p. 88, c-84 per Francesco e c-85 per Carlo Giuseppe il giovane). Nonostante la presenza del punzone del Ceresa, chiaramente leggibile e più volte replicato su entrambe le lampade, da altra fonte si ricavano notizie contraddittorie, che sono all'origine di problemi di natura cronologica ed attributiva. In G. B. Rossi (Cenni storici critici illustrativi sulle varie vicende della Cattedrale di Alessandria dalla sua fondazione ai presenti restauri, Alessandria, 1877, pp. 119-120) si legge infatti: "Due magnifiche lampade di puro argento votate dallo stesso nostro Municipio alla Vergine della Salve nell'anno 1835, e presentate dallo stesso il 2 di aprile dell'anno 1837 (...) disegno immaginato dal nostro valente architetto Leopoldo Valizone, e toccato e modificato alquanto dal chiarissimo Ingegnere Commendatore G. D. Protasi di Val d'Ossola (...) il tutto poi è condotto con arte finissima e squisita nell'oreficeria del benemerito sig. Maurizio Ceresa Alessandrino". La datazione al 1837 riferita da G. B. Rossi non è coerente con il deposito del punzone nel 1844; peraltro una datazione ante 1844 è inoltre attestata dalla registrazione delle lampade nell'Inventario del 1840 (Inventario delle Suppellettili spettanti al Rev.mo Capitolo della Chiesa Cattedrale d'Alessandria Fatto (...) li 15 Luglio 1840, Archivio del Capitolo della Cattedrale-Alessandria, 1840, p. 46, n. d'inv. 8): "Due lampade d'argento fatte in forma di fanali a triangolo rapresentante lo stemma della Città con la seguente iscrizione ex voto Civitatis Alexandriae an. 1835 di peso onc. 434 denar. 8". Il Rossi indica infine nell'architetto Alessandrino Leopoldo Valizzone, al quale si deve la riedificazione della cattedrale tra il 1807 e il 1810 sui resti dell'antica chiesa di San Marco, a seguito della demolizione della precedente nel 1803 per ordine del governo napoleonico, l'autore del disegno delle lampade e in tale Maurizio Ceresa l'artefice; va comunque rilevato che il nome di quest'ultimo non compare nel repertorio degli argentieri piemontesi del Bargoni e che la sola menzione è la citata (il Rossi riferisce inoltre a Maurizio Ceresa i due putti nel 1828 collocati a sorreggere la corona sulla cassa argentea contenente il simulacro della Madonna della Salve, realizzata nel 1761 dal nonno dello stesso, mentre il padre fu autore della corona, aggiunta nel 1792. Ansaldi, op. cit., p. 24, fa il nome di Giovanni Battista Ceresa per la cassa, ugualmente assente dal repertorio del Bargoni. La cassa quale si vede oggi è comunque frutto del rifaciemento dell'argentiere alessandrino Antonio Testore, resosi necessario a seguito d'un incendio verificatosi nel 1876 che danneggiò gravemente il manufatto originale e conclusosi nel 1878). Presso la cattedrale alessandrina sono altri oggetti usciti dalla bottega di Carlo Giuseppe Ceresa il giovane: due ostensori ed una coppia di lampade votive; il punzone con la sigla C.G.C. sormontata da una Ciliegia compare inoltre su alcuni fermagli di piviale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100107740
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sulla fascia inferiore del basamento - EX VOTO CIVITATIS ALEXANDRIAE 1835 - lettere capitali - a rilievo - latino
- STEMMI al centro - comunale - Stemma - Alessandria - Scudo ovale crociato
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0