RELIQUIARIO - A MEDAGLIONE, opera isolata - produzione piemontese (ultimo quarto sec. XVIII)

reliquiario a medaglione, post 1775 - ante 1799

Teca di luce ovale con vetro. Cornice a fascia liscia, dorata; gancio di forma ovale per sospensione con cordino rosso annodato. All'interno, su fondo in gros de tour salmone, sono posti cinque frammenti di carta dorata, sagomati a cuore, sui quali sono adagiate le reliquie; al di sotto e al di sopra di esse, cartigli rettangolari con iscrizione su una riga. Intorno ad esse motivo decorativo a recemi ripiegati in modo da descrivere un cuore in carta dorata ripiegata; paillettes e perline formano corolle all'estremità delle girali vegetali

  • OGGETTO reliquiario a medaglione
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    carta/ doratura
    metallo/ argentatura
    metallo/ fusione
    seta/ gros de Tours
    VETRO
  • MISURE Profondità: 1.2 cm
    Altezza: 6.4 cm
    Larghezza: 4.4 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non è stato possibile reperire nessuna indicazione inventariale, né nell'inventario patrimoniale del 1966, né negli inventari compilati tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento relativi al patrimonio della Cappella della SS. Sindone dal momento che essi inclusero soltanto le suppellettili sacre realizzate in materiali preziosi. Le reliquie contenute entro la teca appartengono, come indicato nelle cedulae, a santi eterogeneii e di antica canonizzazione, ovvero S. Filippo Neri (Firenze, 1515-Roma, 1595) e s. Elena (Drepanum, metà III sec./328-330), pertanto non possono essere utilizzate come indicazione per precisare la datazione dell'esemplare in esame. Da un punto di vista stilistico, l'esemplare in esame risponde alla tipologia di una particolare forma di reliquiario, detto "paperole", documentato a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). La presenza di reliquiari di provenienza conventuale, nell'ambito delle collezioni sabaude, è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano, 1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi. Per alcuni confronti, si vedano U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede , in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 255, n. 131, 259-260, n. 143, 262, n. 146, 264, n. 150, 274-276, nn. 176-182, 292-293, n. 220, 305-306, nn. 262-266, 307-311, nn. 274-290, 329-331, nn. 359-363; A. Bicchi-A. Ciandella (a cura di), Testimonia Sanctitatis. Le reliquie e i reliquiari del Duomo e del Battistero di Firenze, Firenze, 1999, pp. 69-70, n. 29; M. G. Molina, Un'analisi dei gioielli genovesi nei dipinti, negli inventari, nei tesori, in F. Boggero (a cura di), Gioie di Genova e Liguria oreficeria e moda tra Quattro e Ottocento, Genova, 2001, p. 112, figg. 73-74; J. Andlaver, scheda n. 339, in Les domenicaines d'Underlinden. Catalogues des oeuvres, Parigi, 2001, vol. II, pp. 185-186
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087791
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI teca/ interno/ su cartiglio - S. Philippi Nerii - caratteri numerici - a penna/ nero - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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