PARAMENTO LITURGICO,
1840 - ante 1855
Il parato, formato da una pianeta, una borsa di corporale, un velo da calice e una stola, è confezionato con velluto di seta ad un corpo nero tagliato. I pezzi sono rifiniti con un gallone in oro filato e seta gialla, con entrambi i lati smerlati, decorato con una teoria di palmette stilizzate dall'andamento contrapposto. Le croci gigliate e raggiate poste sulla stola, sul velo e sulla borsa sono eseguite su base di tela, con filo dorato riccio, paillettes e canutiglia dorata
- OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
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MATERIA E TECNICA
tessuto/ ricamo
altri
- AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il parato testimonia il successo e la diffusione, nel XIX secolo, del ricamo, realizzato non solo da artisti specializzati, ma anche e soprattutto all'interno delle mura domestiche: è infatti nell'Ottocento che il lavoro ad ago diviene tipicamente femminile (I. PORCIANI, Il cucito pedagogico. I lavori femminili nell'Ottocento, in La donna angelo, Milano 1992, pp. 69-81). Ed è proprio fin dagli inizi dell'Ottocento che iniziano ad essere prodotti dei modelli su carta quadrettata definiti Berlin work, dal momento che il primo modello è stato pubblicato nel 1804 a Berlino (si veda M. CARMIGNANI, Tessuti ricami e merletti in Italia dal Rinascimento al Liberty, Milano 2005, p. 304). Risulta essere certo che il ricamo delle colonne, realizzato, come indica l'inventario, da Maria Teresa di Toscana, moglie di Carlo Alberto dal 1817 , sia stato eseguito basandosi proprio su Berliwork (per confronti si veda E. BRUNOD, Arte sacra in Valle d'Aosta- vol. IV. Bassa valle e valli laterali, Aosta 1985, p. 438, fig. 83; ; R. ORSI LANDINI, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze 1988, p. 165, scheda n. 102; A. PORZIO, Arte sacra di Palazzo. La Cappella reale di Napoli e i suoi arredi un patrimonio di arti decorative, Napoli 1989, pp. 189-190, schede nn. 163-164; Maria Luigia Donna e Sovrana. Una Corte Europea a Parma 1815-1847, catalogo della mostra, Parma 1992, p. 187, scheda n. 885 di R. Orsi Landini; R. GRONWOLDT, Stickereien von der Vorzeit bis zur Gegenwart. Monaco 1993, pp. 193-204; D. DAVANZO POLI, Il ricamo profano in occidente, in P. PERI, Per raffinare i sensi. La collezione Caponi. Ricami, merletti, abiti e accessori dal XVII al XX secolo, Firenze 1995, pp. 212-230;F. SANDRINI, Le piccole ed operose mani della Duchessa. Ricami e servizi da lavoro di Maria Luigia d'Asburgo, catalogo della mostra, Parma 2002; U.-C. BERGEMANN, Berliner stickereien des Biedermeier entwicklung und gesellschaftliche bedeutung, in "Jahrbuch der Berliner Museum", 2002, pp. 93-128; V. DE MARTINI (a cura di), Le Manifatture napoletane di Carlo e Ferdinando di Borbone tra Rococò e Neoclassicismo ovvero le utopie possibili, catalogo della mostra di Madrid, Roma 2003, p. 222 ). Se il sontuoso disegno si ricollega al gusto per ricche e opulenti composizioni floreali, che caratterizza i decenni centrali del XIX secolo (si veda R. ORSI LANDINI, Materia e forma: tessuti e fogge del vestire femminile nei secoli XVIII e XIX, in La Galleria del Costume/ 4, Firenze 1990, pp. 17-19; R. ORSI LANDINI, Il gusto dell'antico, in La moda e il revival, Novara 1992, p. 42 e l'ampio repertorio presente in Comme un Jardin. Le végétal dans les étoffes imprimées et le papier peint, catalogo della mostra di Mulhouse e Rixheim, Aix-en-Provance 2002 ); un importante elemento per circoscrivere la datazione è offerto dal confronto con l'identico lavoro ad ago di una pianeta inviata da Vienna dall'arciduchessa Elisabetta d'Austria alla Chiesa di San Vincenzo di Modena nel 1856 (E. CORRADINI, E. GARZILLO, G. POLIDORI, La chiesa di San Vincenzo a Modena. Ecclesia Divi Vincentii, Milano 2001, pp. 247, 250, fig. 11; l'arciduchessa, inoltre, donò un altro paramentale ricamata di "propria mano" (ID., fig. 12), così come appare assai vicino ad una bordura, datata alla metà del secolo, della collezione Caponi (P. PERI, Per raffinare i asensi. La collezione Caponi. Ricami, merletti, abiti e accessori dal XVII al XX secolo, Firenze 1995, p. 241, scheda n. 20 di D. Davanzo Poli, fig. p. 229). Grazie a tale confronto è possibile collocare la realizzazione del lavoro intorno alla metà del secolo, comunque entro il 1855, anno di morte della regina. Appare assai probabile che la confezione del parato sia coeva all'esecuzione del ricamo. In assenza di specifici elementi documentari, si ascrive il velluto ad una manifattura torinese, alle quali si rivolgo per la maggior parte degli acquisti per la cappela della Sindone: si veda, solo per citare tre esempi, l'acquisto di damasco verde "per formare due pianete compite, e due paliotti per la Cappella della SS. Sindone" del fabbricante Giuseppe Fedele Cerruti, effettuato il 1828 ( A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 997, Ministero della Real Casa, Azienda Generale della Real Casa. Regni di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, 1828, liste dal n. 398 a 727, fol. n.n.); la fattura, datata il 13 febbraio 1892 per un parato in damasco rosso, della ditta Guglielmo Ghidini di Torino ( AATO, Cappella Palatina, mazzo 41, Lettere da gennaio 1882 a tutto 1911, fol. n.n.(; oppure il preventivo, presentato sempre dalla ditta Gugliemo Ghidini del 4 aprile 1924 per una pianeta della ditta "Guglielmo Ghidini" ( A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 8536: Casa di sua Maestà, Ministero della Real Casa; Direzione Provinciale della Real Casa di Torino, fol. n.n. ).||||
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100059059-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2188/ 45 S.M
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0