ostensorio - a raggiera, opera isolata - bottega piemontese (seconda metà sec. XVIII)
Su una base triangolare con motivi vegetali rococò si alzano tre volute, ornate con cherubini gittati, che reggono uno stelo con nodo piriforme rovesciato ornato anch'esso di cherubini e terminante in un pomo a nuvola. Su questo si incastra mediante il perno il raggio costituito nel verso da un'armatura a forcella che sostiene la raggera su cui sono imbullonate lamine sbalzate con nuvole e cherubini e, tralci di vite e fiori in pietre colorate bianche, gialle e rosa. La cornice della teca è ornata di riami di fiori in pietre colorate annodate in basso col nodo sabaudo. I cherubini sono in coppia in alto e in basso, singoli ai lati. Sotto le volute che reggono lo stelo vi è il Pio Pellicano a tutto tondo, dorato, imbullonato alla base. I raggi sono dorati sulla fronte. L'oggetto presenta tracce di un tentativo di aggiustatura con filo metallico in corrispondenza dei rami di fiori in pietre colorate
- OGGETTO ostensorio a raggiera
-
MATERIA E TECNICA
argento/ fusione/ cesellatura/ sbalzo/ stampaggio/ doratura
pietre artificiali
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il marchio di contro assaggio è quello di Giovanni Battista Carron, assaggiatore dal 1753 al 1778 (cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, p. 85, C-60); quello di assaggio è invece da riconoscersi come quello di Bartolomeo Pagliani, assaggiatore dal 1753/54 al 1775 (cfr. Ibidem, p. 190, P-3), per cui l'esecuzione dell'ostensorio si colloca tra il 1753 e il 1775. Il raffinato repertorio decorativo rococò, i putti e le nuvole morbidamente modellati, la qualità dello sbalzo e del cesello, indurrebbero però a restringere tale arco di tempo preferibilmente verso la metà del secolo e comunque non oltre la fine degli anni '60. L'oggetto è, con molta probabilità, da identificarsi con quello comprato dalla Confraternita nel 1768, come risulta dal registro dei conti di sacrestia dal 1783 al 1790, dove alla data 7 settembre 1786 è segnata una spesa di L. 291 per aver "Accomprato all'Incanto del Sig. March. Meana un raggio con granate false in peso onc. 48". Nuova menzione di esso si trova ancora nell'Inventario della Compagnia del SS. Sacramento e Dottrina Cristiana del 1842, dove è così descritto: "Raggio d'argento per l'esposizione del SS. Sacto guernito di pietre false colla sua custodia". Che quest'ultima citazione si riferisca proprio all'ostensorio in esame e non a quello, pure ornato di pietre e posteriore al 1824, pare confermato dalla notazione: "N: 18- vedi l'antico inventario" segnata a margine della descrizione. Quest'ultimo, che era contenuto nell'antico Libro della Compagnia, non è stato, almeno per ora, ritrovato
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034510
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0