Santo martire

dipinto, post 1300 - ante 1310

l'affresco presenta, entro una cornice dipinta di giallo a bordi marroni e profilata internamente, alla sommità, da una successione di archeggiature, la figura di un giovane martire. Questi è rappresentato frontalmente su fondo grigio scuro ed ha intorno al capo una grande aureola gialla a girali rossi; folti capelli biondi, finemente descritti, ne circondano l'ovale del volto e ricadono sul collo in ciocche ondulate. Il Santo indossa una ricca veste rossa a girali bianchi che si apre lateralmente in modo da rivelare la tunica grigia scura a motivi decorativi bianchi e si avvolge in ampie pieghe intorno al braccio sinistro, lasciando scoperta la mano guantata e reggente una foglia di palma dal lungo stelo. L'affresco, intaccato dall'umidità, è purtroppo compromesso da cadute di colore particolarmente evidenti nella cornice e nella parte inferiore

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 95
    Larghezza: 55
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE l'affresco di notevole interesse pèr la bontà della tecnica esecutiva evidente, nonostante le tristi condizioni di conservazione, nell'ovale delicato del volto del santo e nella resa assai curata delle eleganti vesti. Fu studiato dal canonico Boggio (G. Boggio, 1926, pp. 150-151) il quale identifica il santo martire con S. Stefano ed attribuisce il dipinto al periodo romanico affermando trattarsi "della pittura più antica che si conservi nella Diocesi". Ne fa menzione anche il Carandini (F. Carandini, 1963, pp. 503-504) definendolo di stile bizantino e avanzando l'ipotesi che si tratti di una figura femminile. L'affresco fu successivamente preso in esame dal Mesturino; questi, nel suo volumesulla cattedrale eporediese, rettifica la datazione proposta dagli studiosi sopra menzionati e lo assegna al sec. XIV (V. Mesturino, 1967, p. 16); dello stesso parere è Moretto (A. Moretto, 1973, pp. 66-67) che sottolineando giustamente il tono cortese dell'affresco, ne propone "una data di Trecento avanzato". Come suggerisce l'analisi stilistica, il dipinto sembra trovare la sua giusta collocazione culturale nell'ambito della produzione pittorica canavesiana di fine Trecento - inizio Quattrocento, che conta alcuni esempi anche nella stessa Cattedrale, in cripta: si pensi agli affreschi con S. Cristoforo e S. Antonio Abate nell'absidiola destra attribuiti a Giacomo d'Ivrea (A. Moretto, op. cit. 1973, pp. 92-93) e con i due santi guerrieri sul pilastro di sostegno del campanile di sud-ovest (V. Mesturino, op. cit., 1967, p. 16) (A. Moretto, op. cit. 1973, pp. 66-67). Altri episodi significativi per chiarire la cultura dell'anonimo frescante possono essere rappresentati dalla produzione di Domenico della Marca d'Ancona, pittore attivo in area canavesiana nella prima metà del sec. XV (affreschi nella chiesa di S. Eusebio a Scarmagno, datati 1424, e nell'abside della Cappella di S. Maria di Spinerano a San Carlo) (A. Moretto, op. cit. 1973, pp. 90-92, 94-95)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033803
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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