stalli del coro, opera isolata di Cogrossi Carlo, Defilippi Lorenzo, Lana Giovanni Antonio - bottega piemontese (ultimo quarto sec. XVIII)
Il coro si compone di 27 stalli che si dispongono su una fila superiore e su una fila inferiore di seggi, disposti a ferro di cavallo lungo le pareti del vano absidale. La fila inferiore presenta una successione di 24 seggi, interrotta al centro da tre dossali privi di sedili ed ornati da semplici specchiature rettangolari: davanti a quello centrale, di dimensioni maggiori, è collocato il faldistorio. Gli stalli, provvisti di sedili ribaltabili, sono separati l'uno dall'altro da fiancate dal profilo anteriore ansato. con braccioli volutiformi desinenti a ricciolo e dorati; da essi originano snelle lesene rilevate, dipinte con fasce decorative a dischetti, fiancheggianti alti dossali scompartiti in pannelli rettangolari con cornici dorat a doppia modanatura. Ogni pannello presenta medaglioni ovali a rilievo, sorretti da nastri ornamentali dove sono effigiate, su fondo oro, teste di apostoli e santi di profilo e semi-profilo in grisaille. Ai lati e inferiormente agli ovali si alternano rami di palma incrociati e ghirlande di alloro fermate da borchie. Il dossale centrale è invece ornato da un triangolo dorato tra moltplici fasci di raggi. Continua al campo 'OSSERVAZIONI'
- OGGETTO stalli del coro
-
MATERIA E TECNICA
legno di noce massello/ intaglio/ pittura/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
-
ATTRIBUZIONI
Cogrossi Carlo (1750 (?)/ 1788): esecutore
Defilippi Lorenzo (notizie 1783)
Lana Giovanni Antonio (notizie 1787)
- LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di notevole pregio in cui alla semplicità della struttura, alla sobrietà dell'intaglio, fa riscontro una ricca ornamentazione pittorica che si snoda in maniera continua sui dossali, sul cornicione e sui prospetti degli stalli inferiori. Gli Atti della Visita Pastorale di Mons. Pochettini, 1789, indicano il coro come "nuperrime instauratus" dandone una minuziosa descrizione non soltanto per quanto riguarda il numero, l'ubicazione e la destinazione degli stalli, ma anche dal punto di vista pittorico; vi si legge infatti che "super sedibus singulis eleganter depicta sunt effigies Salvatorij nostris, B.M.V., duodecim apostolorum, et sanctorum, quorum corpora in hac eccesia veneratur...circumcirca exculpta est parva corona". Non stupisce che il vescovo visitatore si sia dilungato nella descrizione di un'opera da lui voluta e finanziata, come attesta la presenza dello stemma sullo sportello destro del coro (cfr. U. Dallari, "Motti araldici editi di antiche famiglie italiane", Bologna 1918) e come tra l'altro riferisce Padre Giovanni Benvenuti fornendo una precisa datazione, il 1787 (G. Benvenuti, "Istoria dell'antica città di Ivrea", manoscritto della fine del sec. XVIII, pubblicato con il titolo "Storia di Ivrea", Ivrea 1976). Questi afferma inoltre che il suddetto coro sostituì delle precedenti sedi canonicali "molto elegantemente lavorate con bassi rilievi" e dovuti alla munificenza del vescovo Giovanni di Parella, che le commissionò nel 1467 (Benvenuti, op. cit.); i dossali del coro sono attualmente conservati al Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Le fonti d'archivio forniscono un'utilissima indicazione riguardo alla realizzazione del coro; nel "Registro di Spese" (1787) si legge infatti: "Pagate al s.r P.re Olivieri per conto del s.r Carlo Cogrossi milanese per li lavori e colori intorno alle cattedre del coro, convenuta la presente somma in presenza di Mons. vescovo, £. 250". Tale notizia consente di identificar l'autore della decorazione pittorica degli stalli corali con il pittore Carlo Cogrossi di Treviglio (non di Milano), attivo ripetutamente nella Cattedrale eporediese (affreschi firmati nella Cappella di S. Savino; affreschi nelle pareti laterali del presbiterio) e nel Palazzo Vescovile (decorazione della cosiddetta Camera del Vescovo, datata 1780) (cfr. G. Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", Torino 1847, vol. XVI; G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926; A. Baudi di Vesme, "Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo", vol. I, Torino 1963; A. Frutaz, "Le fonti per la storia della Valle d'Aosta", 1966; V. Mesturino, "Sancta Maria de Iporegia", Ivrea 1967; I. Vignono, "Passeggiata artistica in vescovado" in "Il Piffero", 1975; A. Cavallari Murat, "Tra terra d'Ivrea, Orco e Po", Ist. Banc. S. Paolo, Torino 1974). Il parallelo più significativo è rappresentato dalla decorazione della Camera del Vescovo, e in modo particolare dalle cornici lignee che inquadrano le scene dipinte in grisaille: vi si osservano infatti le fasce con ornato a greca e a treccia rintracciabili negli stalli, mentre sulla testiera e ai piedi del grande letto ricompaiono le cornici illusive sagomate ornate con nastri e rami d'alloro che rappresentano un motivo dominante nella decorazione del coro. Per quanto riguarda la realizzazione del coro esistono le note dei lavori eseguiti da Lorenzo Defilippi "minusiere della attedrale di Ivrea", dalle quali si deduce che egli costruì il cornicione, gli ovali dei dossali, i due sportelli con relative lesenen che chiudonogli stalli in data rispettivamente 20 maggio, 10 settembre,18 ottobre 1787 ("Quiettanze per spese", 1787), mentre in data 20 diembre 1787 l'indoratore Giovanni Antonio Lana veniva pagato "per li suoi lavori nell'applicare l'oro alle cattedre del coro" ("Registro")
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100028722
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1982
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI dossali, al di sopra di ciascun medaglione dipinto - S. Besso - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0