ostensorio a raggiera,
post 1729 - 1749
La base elissoidale con alto zoccolo e sagomature degradanti forma lateralmnete volute a C contrapposte, sulle quali sono applicati due cherubini in argento gettato. Al cenro sono cartelle con ricche cornici racchiudenti l'emblema deo Carmelitani Scalzi. Il fusto a balaustro sagomato è ornato da cartigli, volute, foglie e cornicioni mistilinei. Sulla raggiera, che circonda la teca circolare con cornicione nuvole arricchite da cherubini, sono applicate spighe di grano, foglie di vite e, superiormente, due angioletti ai lati del baldacchino festonato con globo e croce finali. La lunetta è incastonata di pietre preziose. Vari particolari sono dorati
- OGGETTO ostensorio a raggiera
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MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura/ sbalzo/ incisione/ fusione/ punzonatura/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Settentrionale
- LOCALIZZAZIONE Ponzone (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non è stato possibile identificare il punzone che non compare nei repertori compilati dal Borgoni, Morazzoni e Bulgari. La scritta, identica a quella di un calice della stessa Parrocchiale, su cui compare, come nel'ggetto in esame, l'emblema dei Carmelitani Scalzi, si riferisce al donatore, cioè il frate Carmelitano Massimiliano. Questo, apprendiamo da una lapide affissadietro l'altare maggiore, era Domenico Ivaldi, in occasione dei cui voti presi nel 1729 il genitore Giovanni Battista fece costruire l'altare stesso. L'oggetto, di buona qualità, è databile dopo il 1729 e, stilisticamente, vicino alla metà del secolo. L'ostensorio è avvicinabile per la forma della base e del fusto, ove si ritrova la steswsa insistenza dei motivi decorativi architettonici, all'ostensorio della Chiesa Parrocchiale di S. Biagio a Finalborgo, anche se di più alta qualità (G. MORAZZONI, Argenterie genovesi, Milano 1951, fig. 58). Il confronto non permette, però, di precisare l'area di origine dell'argento. La stessa impostazione è infatti diffusa anche in altre zone, anche se, ad esempio, l'omogeneità col grande ostensorio del Duomo di Monza (Il tesoro del Duomo di Monza, Milano 1966, tav. 122) si limita alla struttura della base, per perdersi nel fusto e nel carattere della decorazioni. L'ostensorio è menzionato nella Visita Pastorale del 1752 "in forma di sfera d'argento assai proprio", quindi in quella del 1767 quale "raggo d'argento profilato d'oro, lunetta dorata, lavorato alla moderna ed ornato di pietre preziose", in quello de 1785, "di bell'altezza, cò suoi grappoli d'uva, e lunetta dorata, con pietra alcune preziose, ed altre no(...)", e nel 1787 uando si osserva "che non può facilmente estrarsi ed introdursi senza pericolo di lesine maggiore di quella, che già abbiamo riconosciuta nella visita, onde per evitarlo siamo entrati in sentimento di suggerire la formazione di una teca d'argento (...) per riporvi l'ostia consacrata, e tal teca soalmente ritenere nel tabernacolo". (Acqui, Archivio Vescovile, Visita Patorale del 1752, 1767, 1785, 1787; Acqui, Archivio Vescovile, Relazione Parrocchiale del 1838
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024671
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI base, orlo - P.F.MAXIMILIANUS A' IESU' MRA CARMELITA EXCALCEATUS - a incisione - latino
- STEMMI base - religioso - Stemma - Carmelitani Scalzi - Croce sul Golgota con tre stelle
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0