tino
sec. XX inizio
Il tino era costituito da circa 20 doghe tenute insieme da 4 cerchi di ferro ormai arrugginiti. In basso, nella parte interna, le doghe presentano una intaccatura in cui si incastrava il fondo del tino. Anche il fondo è formato da doghe ed ha una forma circolare
- OGGETTO tino
-
MATERIA E TECNICA
FERRO
LEGNO
Taglio
taglio/ curvatura/ saldatura
-
MISURE
Altezza: 49 cm
- AMBITO CULTURALE Tricarico
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Etnografica del Museo Nazionale Archeologico "Domenico Ridola"
- LOCALIZZAZIONE Laboratorio di restauro-Deposito SPSAE MT
- INDIRIZZO Via della Tecnica, Matera (MT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tino è un recipiente molto comune in buona parte dell'Italia meridionale, soprattutto in Campania e Lucania (Scheuermeier, 1980). In alcune zone questo recipiente oltre che per la pigiatura delle uve e per la fermentazione del mosto, era utilizzato anche come contenitore in cui si poggiavano le uve dopo la vendemmia. Secondo il Molfese (1978) i tini, come tutti gli altri utensili della cantina, erano fatti con legno di castagno
- TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
- FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Recipiente utilizzato per la fermentazione tumultuosa delle uve ammostateDi regola nel recipiente, assieme al mosto, venivano messe anche le vinacce torchiate per attivare la fermentazione e dare al vino il giusto colore
- CRONOLOGIA D'USO 1967 ante
- LUOGO DI REALIZZAZIONE Tricarico (MT) - Basilicata , ITALIA
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà dello Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700136091
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Matera - Palazzo Lanfranchi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0