aratro a chiodo (aratri, riproduzione)

sec. XX prima metà

Il corpo principale è costituito da un unico pezzo di legno a forma di "V", ad angolo ottuso. La stègola è leggermente convessa verso l'interno ed ha sezione quadrata, che diminuisce verso l'estremità sagomata ad impugnatura. La bure, leggermente arcuata verso l'alto, è inserita in un foro alla base della stègola. Questo innesco presenta un certo gioco a cerniera, che viene bloccato dal cuneo di ferro inserito nello stesso foro all'estremità della bure. All'altra estremità, la bure non presenta il perno trasversale, il cavicchio tirante che si ferma nell'anello del giogo

  • OGGETTO aratro a chiodo aratri
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    taglio/ sagomatura/ traforo
  • MISURE Altezza: 28 cm
    Lunghezza: 77 cm
  • CLASSIFICAZIONE Strumenti agricoli
    strumenti agricoli. strumenti per la lavorazione del terreno
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Locale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale Archeologico "Domenico Ridola", Collezione Etnografica
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale Archeologico "Domenico Ridola"
  • INDIRIZZO via Ridola, 24, Matera (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Molfese (1978) afferma che negli anni Cinquanta in Lucania si usava ancora, anche se andava scomparendo, l'aratro. Egli lo definisce di una semplicità primordiale e lo descrive con molta attenzione indicando anche la denominazione di alcune parti specifiche. Egli afferma che è "formato da un legno ad angolo ottuso il quale è il timone dell'aratro e la cui parte terminale costituisce il manico, #bure#. Incastrato al #bure# vi è il #vomere#, formato da una punta di ferro senza coltro, senza ruote. La profondità è regolata dall'inclinazione che il contadino dà all'aratro; questi dà anche il verso e la direzione in mancanza di timone"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Aratura del terreno per la preparazione alle colture
    L'estremità della bure veniva inserita nel giogo, dove rimaneva bloccata dal "cavicchio tirante" assicurando così il traino dell'aratro. Privo del verso, poteva girare di 180° alla fine del solco e tracciare, in senso opposto, il nuovo solco. Per ottenere buoni risultati erano necessari vari passaggi sul campo
  • CRONOLOGIA D'USO sec. XX prima metà
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà dello Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135382
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Matera - Palazzo Lanfranchi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE