Pastorizia a Patù

XXI

"A me non risultano tracce [di pastorizia] perché, sì, ci sono intorno a Patù delle masserie, una pure piuttosto famosa perché appartenne alla famiglia Romano e sembra che ci abbia vissuto Liborio Romano nei periodi estivi (Liborio Romano uno dei cittadini più famosi della piccola Patù perché fu Ministro dell’Interno e Prefetto di Napoli nell’ultima fase del periodo borbonico e favorì il passaggio dalla monarchia borbonica a quella sabauda). La masseria San Nicola è quella dei Romano e sta poco dopo la collina, tra la collina e il mare. E una masseria presuppone anche un po’ di allevamento però il territorio di Patù non è votato all’allevamento degli ovini, come invece può essere quello di Otranto o quello di Porto Badisco, cioè grandi estensioni aperte, dove i greggi ci sono anche adesso, no? L’allevamento è favorito dal territorio. Qua invece il territorio è minuscolo, è fatto di tanti piccoli appezzamenti di proprietà privata e questo è un pochino in contrasto con un allevamento di ovini che presuppone invece libertà d’azione, possibilità di spostarsi facilmente da una zona a un’altra che non viene facilitata dalle caratteristiche del territorio. Invece, a proposito di allevamento, c’era questo fatto dei cavalli non solo collegato alla fiera di San Giovanni, c’è anche un monumento che nella tradizione popolare si chiama Santa Aloia ed è a poca distanza da qui nella piazza ora dedicata a Marco Pedone. Santa Aloia è una deformazione di Eligio, Aloia sta per Eligio e Sant’Eligio, patrono dei maniscalchi, aveva a che fare con i cavalli quindi quel punto là si pensa che fosse un punto che durante la fiera raccoglieva quelli che si occupavano di cavalli sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista del maniscalco che magari dà suggerimenti o proprio ci lavora, perché magari i contadini approfittano della fiera per rifare i ferri ai cavalli per esempio". In un altro estratto dello stesso documento video, il testimone intervistato cenna alla fiera di San Giovanni molto sentita dalla gente del posto e collegata al commercio di bestiame da parte della minoranza ROM presente nel territorio salentino. Giuseppe racconta: "Nel giorno della fiera di San Giovanni venivano gli zingari, esperti del bestiame, e quindi c'era il commercio di animali che si localizzava attorno alla chiesa. Agli zingari ci si rivolgeva per avere informazioni di carattere medico o per suggerimenti sull'allevamento, soprattutto dei cavalli (...)"

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

condividi

dalla rete