centro storico, di pianura, pianificato, a scacchiera, Bagnara Calabra (XX)
Bagnara Calabra è costituita da un borgo superiore e uno inferiore, separati da un breve tratto di strada, che incomincia dalle prime abitazioni del quartiere della città, detto Santa Maria, e si protende sino alla piazzetta denominata della Croce che è dietro il ponte Caravilla. Il centro storico, è costituito da una tipologia edilizia, le cui cellule abitative addossate l’una all’altra seguono l’andamento del terreno. E’ collegato alla zona della marina attraverso la Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore (SS18), ed è servito internamente da strettissime viuzze e da scalinate. A causa dei numerosi cataclismi, dal punto di vista urbanistico ha subito numerose modifiche sino ad assumere l’aspetto attuale. Il Castello Ruffo è situato nella parte alta del centro storico, sul promontorio di Marturano, in posizione dominante rispetto alle abitazioni limitrofe. Fu certamente modificato e rinnovato dai Ruffo nel momento in cui divennero Duchi di Bagnara, i quali lo utilizzarono come propria abitazione, con il nome di “Palazzo Ducale”. Raso al suolo dal sisma del 1783, nel corso del 1800 è stato ricostruito, più solido sui ruderi di quello esistente, tant’è che resistette al terremoto del 1908
- OGGETTO centro storico di pianura, pianificato, a scacchiera
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CARATTERI AMBIENTALI
Bagnara Calabra, situata al centro della Costa Viola, gode di una particolare posizione geografica, essendo incastonata a forma di anfiteatro in un semicerchio collinare (coltivato a vigneti) che degrada a strapiombo sul Mar Tirreno. Il territorio è caratterizzato, dalla presenza del colle di Marturano, il quale suddivide in due parti la lunghissima spiaggia, che si estende per oltre un chilometro, dai piedi del monte “Cucuzzo” a Torre Ruggiero
- LOCALIZZAZIONE Bagnara Calabra (RC) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via XXIV Maggio, Bagnara Calabra (RC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Bagnara Calabra fu costruita in posizione arroccata sul promontorio che domina ancora oggi il centro abitato. Tra il 1082-1083 diviene feudo Normanno. Il primo insediamento, di cui si ha sicura testimonianza storica, nasce intorno al 1085, con la fondazione dell'Abbazia di Santa Maria e dei XII Apostoli. L’Abbazia bagnarese, fu fortemente voluta dal gran conte di Calabria e Sicilia Ruggero II D’Altavilla (detto il Normanno), il quale affidò a degli ecclesiastici normanni le terre di Bagnara, ordinando loro di costruire il monastero sul promontorio, con il nome di “Santa Maria e dei XII Apostoli”. L’Abbazia fu consacrata da Ruggero II il 13 ottobre 1117, quando l’abbazia-fortezza era già strutturata e guidata dal “priorecastellano”. L’edificio sacro era di stile gotico-normanno, costruito ad una sola navata, ai lati della quale vi erano dodici cappelle. A causa degli eventi tellurici, di questa prima fabbrica, non rimangono che pochi resti archeologici. Nel 1146 Ruggero II assoggettò la Chiesa di Bagnara a quella di Cefalù. I canonici Bagnaresi si opposero rivendicando la loro autonomia e libertà. Fu Papa Innocenzo III ad annullare il provvedimento preso da Anacleto II, ridando all’Abbazia la propria indipendenza. Nel 1192 una bolla pontificia certificava che gli ecclesiastici, a capo dell’Abbazia, facevano parte dell’ordine dei canonici regolari di Sant’Agostino. Bagnara, alla fine del XIII secolo, come il resto della Calabria, rimase sotto il dominio degli Angioini. Il Regno di Napoli, dagli Svevi passò agli Angioini le cui lotte con gli Aragonesi causarono, la cosiddetta “Guerra del Vespro” (1282 al 1302). Nel 1271 Carlo D’Angiò, re di Napoli, pose Bagnara sotto la propria protezione e nel 1282 fortificò il Monastero e il Castello, perché potessero resistere agli attacchi degli Aragonesi. Nonostante tutto, gli Aragonesi riuscirono ad occupare tutta la Calabria meridionale e nel 1284 espugnarono il Castello di Bagnara. La difficile situazione si protrasse fino al 1302 ed ebbe termine con il trattato di Caltabellotta, confermato poi dal pontefice Bonifacio VIII nel 1303, nel quale venne stabilito che le terre di Calabria venissero restituite agli Angioini. Nel 1414 salì al trono di Napoli Giovanna II, cioè l’ultima Regina della dinastia angioina. La Regina avendo bisogno di denaro, pignorò a Carlo Ruffo, Conte di Sinopoli, il feudo di Bagnara per la somma di 12.0000 ducati. La città, il castello e i possedimenti dell’Abbazia di Bagnara passarono sotto il dominio di Carlo Ruffo. Nel 1582, Giacomo Ruffo ottenne dal Papa Gregorio XIII la bolla, con la quale venne affidata l’Abbazia bagnarese ai Padri Domenicani, i quali si considerarono i proprietari della piena giurisdizione su Bagnara, ma il clero locale denunziò la cosa. I contrasti tra il clero di Bagnara e i Domenicani continuarono, per cui il Papa Sisto V nel 1588, emanò una bolla con la quale affermava la piena giurisdizione ai Padri Domenicani e obbligava il clero all’obbedienza. Nel corso dei secoli si sono susseguiti numerosi e disastrosi terremoti, ma quello del 1783 modificò totalmente la conformazione geomorfologica della Piana e dei territori limitrofi, radendo al suolo moltissimi centri, tra cui Bagnara. Dopo il terremoto, il Governo Borbonico trasferì l’abitato di Bagnara Calabra, in posizione più bassa e piana rispetto al nucleo originario, definendo la nuova città con un disegno geometrico regolare, nel quale erano previste: piazze, giardini, viali alberati, fontane e un porticciolo. Il progetto di ricostruzione di Bagnara, che nello stesso secolo divenne Comune, fu affidato all’Arch. Vincenzo Ferrarese incaricato dal Re Ferdinando IV. Bagnara Calabra, dopo secoli di arroccamento alla rupe di Marturano, ricostruita in seguito al sisma del 1783 su un territorio pianeggiante, venne nuovamente danneggiata dal terremoto del 1908. Il sisma cancellò tutti i tentativi di ripresa attuati nel 1783. Crollarono quasi tutte le chiese ad eccezione di quella del Carmelo e di S. Maria di Portosalvo e molte abitazioni, mentre altre furono gravemente lesionate. Dagli anni '70 la storia della città, fu caratterizzata da una serie di alluvioni e frane: quella del 15 novembre 1970, del 16 novembre 1988 e del 29 luglio 1989, in conseguenza delle quali i torrenti Sfalassà, Canalello, Malopasso e Gaziano, riversano sull’abitato quantità di fango e sassi, danneggiando strade ed edifici
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177791
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0