Criptoportico, grotta

Ministero Della Cultura/reggia Di Caserta, 1791-1994 -

Pianta: isolata, con pertinenze contigue, a corona semicircolare, trilobata Numero di piani: (in piano) seminterrato, livello continuo, 1 Coperture: volta a botte e calotte cassettonate, estradossi interrati Tecniche costruttive: muratura in blocchi irregolari di pietra dolce di Puccianello, a vista Pavimenti: opus sectili, policrono:intarsio marmoreo di lunule, triangoli e quadrangoli concavo-convessi Decorazioni esterne: facciata scolpita a "grottesca", a massi rocciosi a faccia a vista Decorazioni interne: soffitti cassettonati a stucco, pareti a stucco: ordine di lesene toscane alternate a nicchie con statue e rivestimenti di marmo policromo Strutture sotterranee: fondazioni non accertabili su tufo

  • OGGETTO criptoportico
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • ATTRIBUZIONI Vanvitelli Carlo (1739-1821): progetto
  • NOTIZIE Il criptoportico appare come una grotta plasticamente scolpita in un banco di tufo che, con 5 aperture ad arconi decrescenti, circonda la riva superiore del Laghetto di Venere. Lo schema plano volumetrico scaturisce da una corona semicircolare, triabsidata a settentrione sulla convessità interrata e pilastrata sull’affaccio concavo a meridione. L’ipogeo, una galleria terranea triconca, è coperto da volta a botte continua e da 3 semicupole diametralmente poggiate su coppie di colonne toscane; i tre catini ad esedra fronteggiano radialmente i tre varchi centrali maggiori e gli arconi minori accedono, attraverso brevi cunicoli, agli estremi dell’emiciclo, resi ipetrali da realistici squarci al cielo della volta. Al capriccio naturalistico delle rocce esterne si contrappone un interno modulato da stereometriche scansioni decorative: il perimetro murario è rivestito da una partitura di stucchi imitanti marmi policromi, lesene e paramenti maestri affioranti ad opus reticulatum, latericium e mixtum o vittatum. Le coppie di colonne che diaframmano le esedre impartiscono l’ordine toscano a tutte le pareti; sull’epistilio binario gravitano allo zenit gli intradossi cassettonati della botte anulare bitronca e delle calotte absidali. Undici nicchie con statue interne si alternano tra le paraste, i varchi arcuati e gli aerostili della parete tricora. Il pavimento è un prezioso opus sectile, un intarsio marmoreo policrono di lunule, triangoli e quadrangoli concavo-convessi. La botte emiciclica, oltre agli squarci ipetrali delle testate, esibisce vistose fessurazioni longitudinali nella zona mediana. Il centro geometrico dell’intera composizione architettonica sembra effondersi dal mastodontico tasso sul bordo del Laghetto di Venere, tra le cui radici ne sgorga una sorgente/. La cava di pozzolana e la Venere accovacciata, ordinata al Solari nel lontano 1761, sono gli spunti iniziali per orchestrare il ninfeo di grotte intorno alla Dea al bagno, in una polla immersa nel verde e che inalvea l’intero organismo fluviale-lacustre del Giardino; già nel 1787, un anno dopo la fondazione, Carlo Vanvitelli comincia a tradurre in progetti di architettura di paesaggio i suggerimenti “anglo-cinesi” di Graefer. Emulando i capolavori di Tivoli, Euripo e Serapeion di Adriano e l’Ovato di Ligorio Pirro, ed autocitando l’esperienza della catena d’acqua nel Parco, in particolare la Fontana di Eolo, Carlo Vanvitelli approntò gli esecutivi del Criptoportico tra il 1788 e il 1789. All’incirca in un quadriennio, sul finire del ’90 e all’inizio del ’94, la costruzione è terminata, così come appare oggi; nel ’92 l’idea di un ninfeo-galleria venne completata con la posa nelle nicchie interne di statue provenienti da scavi campani e laziali. Come mostra il prospetto autografato di Vanvitelli, il progetto originario prevedeva in facciata quattro nicchie con statue, che non furono mai eseguite. La fabbrica, essendo completamente interrata a nord e calata a sud in una cupola vegetale satura dell’umidità del Laghetto prospiciente, e, per giunta, essendo dotata agli estremi dell’emiciclo a botte di squarci intenzionali a cielo aperto, nell’arco di due secoli ha accumulato dentro le strutture portanti tante infiltrazioni d’acqua (meteoriche, dall’atmosfera, dalle nebulizzazioni delle due cateratte, dal terrapieno, dalle fondazioni) da compromettere, dalle ali al centro, le partiture di stucchi e il pavimento marmoreo intarsiato
  • LOCALIZZAZIONE Caserta (CE) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Carlo di Borbone, Caserta (CE)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500205210
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Reggia di Caserta
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA planimetria (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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