Amolara (sito pluristratificato)

Adria, 1450 a.C - 199 d.C

Lo scavo ha portato alla luce un insediamento d’abitato riferibile all’età del Bronzo medio-recente, caratterizzato da tre fasi di occupazione senza soluzione di continuità. La prima vede l’impostazione di un sistema insediativo con struttura basale su impalcato ligneo, in un ambiente stagnale, interessato da periodici allagamenti. A questa fase, conclusasi con l’incendio e il collasso della piattaforma aerea, segue la successiva in ambiente umido, nella quale avviene una stesura areale di terreno sul quale si imposta una sequenza di livelli legati ad attività pirotecnologiche, con piastre in argilla scottata e parti in elevato in limo-argilloso crudo. Nella terza fase l’area è interessata da un’estesa regolarizzazione per l’impianto di una struttura abitativa a pianta sub-rettangolare con pareti in incannucciato sostenute da pali, ingresso a nord e fossatello perimetrale. L’edificio presenta tre ambienti suddivisi da due tramezzi; in quello centrale alcuni pali, disposti attorno ad un focolare centrale, sorreggevano il sistema di copertura; altre due postazioni a fuoco, interpretabili come forni, si trovano affiancate nell’angolo orientale dell’ambiente nord-est. Dopo un parziale incendio, la struttura viene ripristinata mantenendo l’orientamento e il focolare centrale, mentre sul lato nord subisce un ampliamento e vengono abbandonati e interrati i due forni. I pali perimetrali in questa fase sono connessi ad un cordolo che forma lo zoccolo dell’alzato, interrotto verso nord in corrispondenza dell’accesso. Gli strati relativi alle ultime attività provano una destinazione a carattere artigianale con utilizzo di almeno un’altra postazione a fuoco prossima a quella centrale. Con il disfacimento completo della struttura si assiste al dilavamento delle matrici strutturali sia verso l’interno sia all’esterno, in direzione delle aree depresse. In seguito l’area fu probabilmente convertita a pratiche agrarie. Il definitivo abbandono è decretato dalla presenza di un livello a “ceppaie”, che testimonia la fine delle attività agricole. Successivamente la zona viene utilizzata come necropoli almeno a partire dal V sec. a.C., periodo a cui è riferibile una tomba ad inumazione con corredo ceramico e metallico. All’età ellenistica sono invece databili 6 inumazioni infantili e 4 incinerazioni. L’area continua ad essere utilizzata come luogo di sepoltura anche in età romano-imperiale (II sec. d.C.) con 8 tombe ad incinerazione in parte sconvolte da interventi successivi. L’abitato del Bronzo si estendeva a ovest. Stratigrafie relative a questo periodo sono state infatti individuate, ma non scavate, nel cantiere di via Zaccagnini

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